La targa all'ingresso del parco di Pianura.

NAPOLI Che «ci azzecca» don Giussani con Pianura?

Il 12 luglio alla periferia della città l'inaugurazione di un parco dedicato al fondatore di Cl. Epilogo di un'amicizia nata per caso. E che ha generato dei frutti inaspettati...
Paolo Perego

Napoli. Municipalità di Soccavo-Pianura. Un nome che riporta ai telegiornali di due estati fa, quando cumuli di spazzatura riempivano i vicoli del capoluogo partenopeo. A quando, proprio a Pianura, si pensava di riaprire la discarica di Contrada Pisani per far fronte all’emergenza rifiuti.
Lunedì 12 luglio, a due anni di distanza, tanta gente di Pianura è tornata in piazza. Non per protestare o manifestare. Ma per partecipare alla festa di inaugurazione di un parco pubblico, proprio in un luogo che, in mezzo alle case, era abbandonato e ridotto a discarica abusiva. Di per sé non è un fatto trascendentale. Un’area dismessa, un’amministrazione locale responsabile e il desiderio di ridare dignità a un rione popolare pieno di ragazzi: è normale in una società civile. Forse più strano, almeno agli occhi della gente del quartiere affacciata ai balconi o scesa in piazza a curiosare, sarà sembrato il nome del personaggio a cui il parco è stato intitolato: “Don Luigi Giussani”. «E che ci azzecca» con Pianura?
«È una storia nata qualche tempo fa. E dedicare a don Giussani questo parco è un punto di arrivo naturale di un percorso cominciato quasi casualmente». A parlare è Fabio Tirelli, presidente della IX Municipalità di Napoli, Soccavo-Pianura, appunto, eletto tra le file del Pd. Sulla quarantina, barba e orecchino. «Diciamo che è tutto è partito un paio di anni fa, quando ho iscritto mia figlia all’Istituto Sacro Cuore di Napoli». Tirelli racconta dell’incontro con alcune persone del movimento di Cl, impegnate in opere sociali: «C’erano Mario e Tonino. E altri. E scoperto le realtà in cui erano implicati, dalla Polisportiva al Centro di Solidarietà, dalla Compagnia delle Opere al Banco Alimentare». Così iniziano le prime collaborazioni, si organizzano dei progetti insieme. «Mi colpivano molto. Vedevo nel loro muoversi la concretizzazione degli ideali per cui mi ero buttato in politica. I valori, il servire il popolo e la società». Un impegno politico lungo vent’anni per Fabio, sotto l’ala rossa di Rifondazione Comunista, un contesto in cui è cresciuto fin da bambino. «Mentre il modo di fare di questi nuovi amici la politica di oggi, di qualunque colore, non sa neppure cosa sia». E intanto questi rapporti crescono, gli incontri diventano sempre più frequenti. «Ho preso a fare delle ricerche su Cl e don Giussani, su internet. O leggendo alcuni libri di quel prete lombardo. Anche perché loro, Mario, Tonino e gli altri, non avevano la preoccupazione di spiegarmi le cose. Anzi ero io che dovevo insistere a farmi dire bene “chi erano”...».
«Nel frattempo avevo “incrociato” una squadra di pallamano femminile, anche con dei discreti risultati a livello nazionale, ma che rischiava di sciogliersi per la mancanza di un campo dove allenarsi e giocare. Poi l’occasione di quel parco: potevamo farci anche un campo da pallamano che i ragazzi del quartiere avrebbero usato per il calcetto. E intorno, giochi per bambini, piante, fiori e panchine per gli anziani. Tutto incastrato nel cuore di un quartiere popolare, in mezzo alle case». Ma bisognava dargli un nome: «Non ci ho pensato due volte: don Giussani». Col pensiero a quegli amici che aveva incontrato, “figli” di quel prete. «Mario, Tonino... Sono incontri che mi hanno come fulminato, catapultandomi in un mondo in cui vedo qualcosa che mi affascina. Per questo dico che dedicare il parco municipale a don Giussani è stato naturale. Per il suo metodo educativo, unico». Così lì ha voluti vicino a sé, Marco e Tonino, mentre con le altre autorità “scopriva” la targa di marmo a ricordo del fondatore di Cl. «Non so dove porterà questa storia», dice ancora Tirelli. «La fede... Non so. Ma di sicuro ho trovato un riferimento certo, qualcosa di realmente interessante».