Il palazzo del Parlamento Europeo.

L'Europarlamento a lezione di enciclica

Gli aborti aumentano, i matrimoni falliscono, la popolazione non cresce. Questa è l'Europa oggi. Cosa può fare la politica? Alcuni eurodeputati, a un anno della pubblicazione, si sono paragonati con la Caritas in veritate
Francesca Mortaro

Un aborto ogni 27 secondi, un divorzio ogni 30. Ecco cosa accade in Europa oggi. Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti riportati da Mario Mauro il 14 settembre, a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo. Il gruppo PPE ha organizzato un dibattito dal titolo: “Caritas in veritate, dalla prospettiva della Politica, dell’Economia e della Teologia”, in occasione del primo anniversario dalla pubblicazione dell’enciclica in cui Benedetto XVI, alla luce della fede, affronta i problemi del nostro tempo: sviluppo globale e progresso, economia e libero mercato. E fame, immigrazione, bioetica... Partendo da questi temi i membri del Parlamento sono intervenuti sul contenuto dell’enciclica declinandolo nella vita della società europea di oggi. Tra gli ospiti anche l’arcivescovo Andrè Dupuy, Nunzio apostolico presso l’Ue.
«L’incipit dell’Enciclica “la carità nella verità”, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona, dell’umanità intera», spiega Mauro. Riprendendo l’affermazione di Paolo VI, «la politica è la più alta forma di carità», l’eurodeputato rilegge l’inizio del testo del Papa sostituendo la parola carità con il termine politica: «La politica nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona, dell’umanità intera. Questa è una enciclica sulla politica; non c’è una pagina qui dentro che non dica in modo molto chiaro che va giudicato tutto quello che facciamo». Così, per esempio, attraverso un’analisi dettagliata della situazione in cui si trova la famiglia europea, Mauro mostra che le parole del Papa non sono lontane dalla realtà. Il Pontefice aveva affermato che i rischi più grandi per la società contemporanea sono dovuti al fondamentalismo e al relativismo. «Dei numeri del fondamentalismo abbiamo una certa pratica», dice Mauro: «Sono i numeri legati alle Torri Gemelle, ad Atocha a Madrid, all’attentato alla metropolitana di Londra». Fa riferimento alle vittime degli attentati, 2974 a New York, oltre 170 a Madrid e 50 a Londra e a quel fondamentalismo che utilizza il nome di Dio come pretesto per un progetto di potere. «Ma i numeri del relativismo sono quelli del declino di un Continente». Non si parla di ideologie o di fantapolitica ma di dati reali. Nel 2004 l’aborto ha prodotto più vittime delle malattie di cuore e dei suicidi. «Secondo l’IPF (Istituto di Politica familiare), l’aborto è diventato la principale causa di mortalità in Europa». Per quanto riguarda i matrimoni, il bilancio non è certo più positivo. «Sono in calo», spiega Mauro. «Negli ultimi 26 anni divorzi e separazioni sono cresciuti del 55% fino ad una media di uno ogni 30 secondi. Per ogni due matrimoni celebrati, ce n’è uno che fallisce». Che impatto può avere una disgregazione del genere nel futuro dell’Europa? A tutto questo occorre aggiungere il dato relativo alla crescita demografica: tra il 2002 e il 2008 la crescita è stata del 2,6%, e nel 2007/2008 è scesa al 2,1%. L’Europa quindi non cresce. E, in compenso, invecchia: oggi il 17% degli europei ha più di 65 anni a fronte del 15,9% che ne ha meno di 14.
Da dove ripartire? «Un bandolo della matassa è la famiglia, per esempio». Un concetto "minato", oggi, dalle ideologie del politically correct che albergano soprattutto a livello di istituzioni internazionali, spiega Mauro: «Che si può creare un nuovo concetto di famiglia, di quasi-famiglia, che non è famiglia». È qui che si gioca una delle battaglie decisive per l'eurodeputato. Perché ridicendo cos'è davvero la famiglia si difendono anche una cultura e una società «al cui centro ci sia realmente la persona».