Marcos in campagna elettorale.

BRASILE «Così abbiamo già vinto»

Il 3 ottobre, 131 milioni di brasiliani vanno alle urne. Tra i candidati, al Parlamento di San Paolo anche Marcos Zerbini. Siamo andati a vedere cosa sta succedendo nella sua campagna elettorale
Isabella Alberto

«Non sono preoccupato neanche un po’ per il risultato delle elezioni, perché noi abbiamo già vinto».
Questa è la frase che Marcos Zerbini, 47 anni, non si stanca di ripetere alla vigilia delle elezioni in Brasile del 3 ottobre. Candidato ad essere rieletto al Parlamento nello Stato di San Paolo, Zerbini insieme a sua moglie, Cleuza Ramos, è il fondatore dell’Associazione dos Trabalhadores Sem Terra (ATST).
Questa è la quinta campagna elettorale che affrontano. Dalla prima candidatura sono successe mille cose. Ma la più rivoluzionaria è stata l’incontro con Cl nel 2003.
Lo scorso 12 settembre, in un’assemblea con Julián Carrón a San Paolo, Zerbini ha dichiarato davanti ai 1500 presenti: «Voglio ringraziare Carrón perché guardando la libertà con cui guida il movimento sono aiutato a vivere la stessa libertà nel mondo politico senza essere preoccupato del risultato, ma con l’unica preoccupazione di vivere la mia vita in quel mondo, tante volte ostile».
E Cleuza ha aggiunto: «Quando Marcos è stato candidato per la prima volta perse, e io ero molto triste perché speravo in un risultato che non era arrivato. Ma oggi ho imparato, grazie al movimento, che non ho bisogno che Marcos sia eletto perché si concretizzi la mia vocazione nella politica. Per me questa vocazione è annunciare la bellezza di quello che ho incontrato». È con questa certezza che è iniziata la campagna quattro mesi fa. Il quartiere generale è nella sede dell’Associazione nel barro Lapa de Baixo. Qui un piccolo esercito, un centinaio di persone, lavora ogni giorno per mandare avanti una campagna fatta con pochissime risorse finanziarie. Coordinatori, amici, conoscenti, laureati e giovani adulti, tutti sono impegnati allo stesso modo nei lavori più semplici come smistare le buste, preparare i volantini, il materiale che sarà distribuito nelle strade. Qui ogni persona è importante quanto il candidato, e il clima in questo capannone caldo e chiuso è di grande festa.
«È impressionante vedere come è cresciuta la nostra amicizia in questi mesi», dice Douglas, che lavora solo da due anni nell’Associazione ed è alla prima campagna politica: «È una festa che celebra la resurrezione di Cristo, ci sono molti incontri ogni giorno e a tutte le ore. La campagna finisce tra poco, ma cominciamo già a sentirne la mancanza». Parole simili a quelli di Ivone, che invece è una coordinatrice dell’Associazione da venti anni e, mentre smista i volantini, mi dice tra le lacrime: «Questa è la quinta campagna che faccio e sono grata per come Carrón ci ha aiutato a capire meglio le cose. Non è una campagna per Marcos. È una campagna per un Altro».
La traiettoria politica di Zerbini cominciò nel 2000, quando fu eletto consigliere comunale per la prima volta. Nel 2004, fu rieletto e fece un altro passo, arrivando nel 2006 a essere uno dei deputati statali più votato con 94mila preferenze. Un grande riconoscimento popolare del suo lavoro per il bene comune.
Negli ultimi anni, l’amicizia nata con gli amici di Cl ha fatto sì che la coppia cambiasse il modo di fare campagna elettorale. In una testimonianza di disponibilità a «cambiare quello che pensavamo già di sapere». Così, Marcos e Cleuza hanno coinvolto gli amici ed escono per le strade per una campagna porta a porta. Si comincia con gli antichi associati, in tutte le 25 aree costruite dall’Associazione, entrando in ogni casa. Il risultato? Un’esplosione di umanità, come ci racconta Marcos: «In ogni persona che incontriamo, in ogni abbraccio che riceviamo, facciamo memoria di quello che è stata la nostra stessa vita. Incontrare queste persone ci fa ricordare di tutti questi anni di lotta, di tutto ciò che è stato conquistato, di tutto quello che è stato costruito in questa storia. E, un po’ alla volta, ci stiamo rendendo conto di come è bella la storia che Dio ha costruito usando noi».
Amanda, altra coordinatrice dell’Associazione, ci racconta commossa di come sono queste visite: «Quando la gente vede Marcos e Cleuza si avvicina emozionata e dice che, se avesse saputo, si sarebbe sistemata meglio, avrebbe preparato qualcosa. Per me il momento più toccante è stato vedere un ragazzo che è arrivato correndo, letteralmente tremante per l’emozione, dicendo: "Questa è Cleuza, la donna che mi ha permesso di avere il mio santuario, la mia casa. Questa donna non sa quanto ha cambiato la mia vita". Mi ha commosso e, al tempo stesso, ho ringraziato Dio per essere stata lì ad assistere a questo incontro».
"Io faccio parte di questa storia" è lo slogan della campagna. Ed esprime molto bene quello che sta succedendo. Chi assiste a questo lavoro si accorge di una strana allegria. Un'allegria alimentata ogni giorno da incontri come Ricardo, un ragazzo che si era messo a seguire una delle auto della campagna, e aveva cominciato a suonare il clacson dicendo: «Mi serve il materiale di Marcos». Non aveva tempo di fermarsi a parlare. Ci ha detto soltanto che aveva finito di studiare grazie all’Associazione. Ha preso il materiale e se ne è andato contento. «Non so niente di più di lui, ma è stata un’emozione grande, perché le persone si avvicinano per cercare i volantini. Non chiedono i volantini di un politico, ma di un amico».
Un altro episodio è stato l’incontro di Rai con Fernando: «Ero nella Zona Leste con una macchina piena di adesivi e questo tizio mi vede e comincia a gridare: "Io sono di Marcos!". Mi ha detto che abita nel Morro Doce, una delle nostre aree. Gli ho chiesto che cosa facesse così lontano da casa, e mi ha risposto che era venuto a chiedere il voto di una zia e di una cugina, «perché Marquinho mi ha aiutato a costruire la mia casa 21 anni fa e, senza di lui, non abbiamo politici che amino i poveri e si occupino delle case». Anche Fabio, in alcuni incroci della città, ha visto la stessa cosa: «Ogni giorno c’è un’attesa nuova. Io sono avvocato, ma faccio campagna con molto orgoglio. In questi giorni ho avuto bisogno di andare dal ferramenta. Lui ha visto l’adesivo di Marcos sulla mia auto e mi ha chiesto se eravamo parenti. Poi si è messo a raccontarmi che l’aveva incontrato, anni fa, e che conosce l’Associazione e mi ha chiesto il materiale della campagna da lasciare in negozio. La gente si identifica davvero con questa storia». Una storia che abbraccia tutti. Per questo, indipendentemente dal risultato di domenica, lunedì 4 ottobre Marcos e Cleuza non saranno a San Paolo ma andranno al santuario di Aparecida. Per ringraziare la Vergine per quello che succede.