«Non possiamo stare tranquilli»

La strage di cristiani nella chiesa di Baghdad, lo scorso 31 ottobre, ha fatto 54 vittime e più di ottanta feriti. Pubblichiamo ampi stralci da un messaggio ai fedeli di monsignor Luigi Negri

«Sono martiri, noi li pensiamo così». Martiri che hanno offerto la loro vita «quasi senza saperlo, senza aspettarselo, senza deciderlo, una sorta di nuovi santi innocenti». Sono usciti di casa per partecipare alla Messa e non sono più tornati.
Nel giorno di tutti i Santi, il vescovo di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri, ha ricordato così le persone che hanno perso la vita a Baghdad nella strage del 31 ottobre. E ha richiamato i suoi fedeli alla violenza che aveva colpito - e continua a colpire - i cristiani iracheni. «In barba a tutti gli irenismi e a tutte le ricerche delle moderazioni», si legge nel suo messaggio, «si vede chiaro ogni giorno che passa che il terrorismo internazionale ha un obiettivo esplicito: la conquista islamica del mondo e, all'interno di questo obiettivo che certamente sarà a più lunga scadenza, un obiettivo più immediato cioè la distruzione del cristianesimo in Terra Santa, nel Medio Oriente e poi, più o meno, in tutti i paesi anche di antica tradizione cristiana».
«Io mi auguro», continua il messaggio, «che la Santa Chiesa Cattolica non abbia tergiversazioni o incertezze, che abbia il coraggio di indicare in questo un evento assolutamente straordinario di martirio ricevuto da coloro che, ripeto, hanno nel fondo del cuore l’intendimento di eliminare la vita cristiana, la presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo. Non è perché è successo in Iraq che noi possiamo stare tranquilli; la teoria che ogni tanto mi viene proposta che il Montefeltro è un’isola beata, non sta più in piedi. In questa isola beata è arrivato l'edonismo che distrugge le nostre famiglie, è arrivata la droga, è arrivato tutto un modo di sentire e di vivere la vita che ha scosso profondamente le radici della nostra cultura di popolo cristiano. Per questo io mi aspetto che l'insperato e realissimo incontro con il Papa Benedetto XVI conforti questo nostro cammino per recuperare le radici della nostra tradizione cristiana.
Non pensiate che non possa succedere anche qui; non pensiate che nel corso magari di una generazione, o anche meno, non possa accadere che dei cristiani del Montefeltro, che vanno in Chiesa per pregare, non tornino più a casa. Questo non per alimentare allarmismi ma per la consapevolezza del livello a cui è arrivato questo scontro epocale fra Cristo, fra il cristianesimo e coloro che vogliono distruggerlo. Noi abbiamo questa coscienza e per questo chiediamo al Signore che ci dia la forza; Don Abbondio ha detto al suo Cardinale: "Il coraggio uno non se lo può dare", il suo grande Cardinale gli ha risposto: "Uno non se lo può dare ma lo può chiedere".
Cominciamo a chiedere al Signore Iddio, per intercessione della Madonna delle Grazie, il dono di un coraggio che ci faccia essere testimoni limpidi della fede in Cristo di fronte a questo mondo che è lontano ovunque; che anche quando sembra vicino sostanzialmente è lontano dal Signore. Ci dia questa forza, ci riduca se è possibile le fatiche, ma soprattutto ci faccia radicare nella sua presenza piena di letizia e di sacrificio».