Un momento della Cena di Santa Lucia.

PADOVA Se «tocca a me», cambia tutto

In 1200 alla Cena di Santa Lucia. Un'idea nata nel 2002 per raccogliere fondi a favore dei progetti di Avsi. Quest'anno, fra gli interventi, anche quello di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà
Alessandra Stoppa

Il desiderio. «Ci sembra una parola strana, sempre un po’ fuori luogo. Un po’ umanistica». Soprattutto se la si sente quando a tema c’è la critica situazione italiana, il terremoto ad Haiti o l’alluvione veneta. Invece è un fattore di cambiamento senza paragoni «quella capacità dell’uomo di desiderare il vero, il giusto, di vibrare quando qualcuno ha bisogno, di muoversi. Di non dire “tanto c’è lo Stato”, ma di dire “tocca a me”».
In mille e duecento hanno ascoltato in silenzio queste parole di Giorgio Vittadini alla tradizionale “Cena di Santa Lucia” di Padova. Forse il gesto delle Tende di Avsi più rilevante in tutta Italia. Da nove anni la Compagnia delle Opere del Nord Est mette insieme, al di là degli schieramenti, imprenditori, politici, tutto il gotha culturale ed economico veneto per sostenere alcune realtà di sviluppo concreto in giro per il mondo. I soldi che sono stati raccolti dalla cena andranno a centri educativi e scuole in Haiti, Kenya, Cile, Sud Sudan, Etiopia. Oltre che agli alluvionati della regione.
La serata è stata occasione per conoscere punti nel mondo, a molti sconosciuti, dove l’impegno con il desiderio dell’uomo cambia la realtà. A testimoniarli c’erano suor Laura Girotto, religiosa veneta che opera in Etiopia; Margherita Coletta, che ha costruito in Burkina Faso un orfanotrofio e un pozzo dedicato a Eluana Englaro; e Geri Benoit, ambasciatrice di Haiti in Italia. Che ha aiutato tutti a capire perché parlare di desiderio non è “fuori luogo”: «La gente più semplice, più autentica e più magnanime, vive di quella forza originaria e indistruttibile, insieme umana e spirituale, che può dare a tutti coraggio, che dona l’abilità di creare una navicella spaziale, di impastare un pane per sfamare una famiglia o di sostenere un Paese stremato attraverso la creazione di scuole. Una forza la cui ultima sorgente è Cristo, che ci tocca attraverso la mano tesa di autentici amici, facce e braccia».
Prima di tutti gli organismi internazionali, dei progetti “dall’alto”, che hanno mostrato il loro fallimento, e prima delle opzioni economiche, serve tutta un’altra forza: «Per cambiare», come ha ricordato il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, «c’è bisogno del dono commosso di sé, di un uomo a un altro uomo».

(Per informazioni: www.cenadisantalucia.it)