La presentazione de "Il senso religioso" a Madrid.

SPAGNA Non si guardano gli alberi drizzando le orecchie

A quattordici anni dalla prima edizione spagnola,“Il senso religioso” di don Giussani è stato ripresentato a Madrid. A discuterne, un arcivescovo e uno scienziato. Due maestri d'eccezione
Fernando De Haro

«¿Por qué palpitas, corazón, por qué palpitas?». Perché palpiti mio cuore, perché palpiti?. Mille voci intonano i versi di Corazón Maldito della cilena Violeta Parra. Inizia la presentazione de Il senso religioso a Madrid. La grande sala della Fondazione Paolo VI, la sera dell'8 febbraio, è piena zeppa.
Sono trascorsi quattordici anni dall’uscita della prima edizione in spagnolo. Oggi il libro viene presentato a un pubblico in cui ci sono esponenti di spicco di questa società civile che tanto si è ridestata negli ultimi anni in Spagna. Benigno Blanco, presidente del Forum delle Famiglie, l’uomo che ha fatto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone, è seduto in prima fila. Ci sono anche i responsabili della diocesi, di ong impegnate nel sociale, professori universitari, anche non legati a Comunione e Liberazione, la stampa. Il gesto non è ristretto all’ambito del movimento. Ma soprattutto c’è un popolo che canta: «¿Por qué palpitas, corazón, por qué palpitas?». Sul palco monsignor Fernando Sebastián e César Nombela, assieme a Ignacio Carbajosa, sacerdote responsabile di Cl in Spagna.
Monsignor Sebastián è arcivescovo emerito di Pamplona. Non è un vescovo emerito qualunque: aveva grandi responsabilità nella Conferenza Episcopale quando salirono al governo i socialisti, ha scritto forse le pagine più lucide che mai siano state pubblicate sul terrorismo dell’Eta e fin dagli anni difficili del post-concilio ha sempre proclamato che il cammino della fede non si può dare per scontato. In una Spagna in cui si danno per scontate le ragioni per essere cristiano, Sebastián non ha mai smesso di cercarle.
Nombela è un allievo di Severo Ochoa, è stato presidente del Csic (Consejo Superior de Investigacao Cientifica), il centro di ricerche più prestigioso del Paese. Cattedratico di Microbiologia, è un punto di riferimento scientifico per tutti gli studiosi spagnoli.
Entrambi i relatori concordano nell’affermare l’attualità di don Giussani. «Questo libro si riferisce a una questione essenziale, quella del senso e del significato», afferma Nombela. E affronta il problema della frammentazione della conoscenza e del dogma scientista. Il dogma di un mondo privo di scopo. Nombela attacca il darwinismo ideologico per difendere il darwinismo scientifico e introduce Il senso religioso nella sua lotta in difesa di una ragione “allargata”. «Man mano che ci addentriamo nel libro restiamo sempre più affascinati, perché è contemporaneamente ricerca e incontro. Ti addentri in una razionalità che parla dei desideri profondi dell’uomo». «Cuore, perché palpiti come una campana?», dicono altri versi della Parra.
Sebastián sottolinea «l’attualità e l’utilità di quest’opera per fornire una formazione religiosa adeguata al momento attuale». L’Arcivescovo osserva che «don Giussani ha saputo vedere negli anni Sessanta le radici della crisi religiosa e ha saputo formulare una risposta attuale anche per noi in questa epoca laicista». La questione decisiva è se la dimensione religiosa è una dimensione come l’intelligenza e l’affettività o se si può prescindere da essa. Sebastián, per rispondere, si rifà alla descrizione delle tre premesse poste da don Giussani: realismo, ragionevolezza e moralità. Rilegge poi la sua esperienza come teologo e come cristiano: «Dobbiamo abituarci a vivere non di teorie o illusioni ma di dati. E un dato decisivo è il fatto che noi esistiamo e che potremmo non esistere. Dobbiamo imparare a usare la ragione». Il prelato crea una nuova metafora per rafforzare l’invito a rispettare il metodo imposto dall’oggetto: «Non si possono vedere bene gli alberi del viale drizzando le orecchie». E prosegue “spagnolizzando” don Giussani, legandolo alla miglior tradizione filosofica del paese. «Come mostra Il senso religioso, nella conoscenza, negli atti dell’amare e della libertà c’è quello che Zubiri chiama religación (relazione costitutiva). Questo riconoscimento del fatto che Dio ci mantiene in vita non è possibile senza la moralità, senza un cuore puro». Sebastián si sofferma in particolare sull’itinerario del senso religioso. Una volta che esso è stato ridestato dalla realtà, «facciamo esperienza del fatto che qualsiasi meta raggiungiamo diventa il punto di partenza per la successiva. C’è una percezione della realtà che è sempre infinita, questa percezione è ciò che crea in noi la volontà di andare sempre oltre nella conoscenza e nell’affettivitài». Il rapporto con la realtà non è neutrale, desta stupore: «Scopriamo che il mondo è buono e ci chiediamo chi ha fatto, simultaneamente, la luce e l’occhio».
«Come scienziato ho imparato che “scienza” significa addentrarsi nella realtà e che nella scienza vi è molta investigazione del Mistero», conferma Nombela. Si dice impressionato dall’invito a scoprire l’io in azione. «Ha attirato la mia attenzione il modo in cui don Giussani parla della libertà come realizzazione di sé. O dipendi dal potere, o dipendi da Dio. Tutto questo libro è un continuo sviluppo, fino all’ultimo capitolo, uno sviluppo per arrivare alla possibilità di accettare la Rivelazione. Il senso religioso è l’applicazione della ragione all’Assoluto, all’Amore».
Il teologo e lo scienziato, i due maestri, terminano parlando di educazione. Con un testo così si vede «che la cosa importante è educare nella libertà, è questa educazione ciò che ci permette di scoprire la ricchezza umana della religiosità e di sviluppare esperienze fondative», dice Sebastián. «Questo percorso attraverso l’essere dell’uomo mi pare molto utile per fondare una spiritualità autentica. È stato un vero piacere per me addentrarmi nel Senso religioso», termina Nombela.
Carbajosa conclude. Vi è una circolarità nel rapporto tra il senso religioso e la fede. Il senso religioso rende ragionevole l’adesione alla fede, e la fede è ragionevole perché illumina ed educa il senso religioso. È il terreno nel quale la fede si mostra utile. Potremmo modificare i versi di Violeta Parra: «Chi è Colui per il quale il mio cuore palpita così?». Certi che non se ne avrà a male.