SCHOLZ Un popolo di fronte alla sfida del cambiamento

Il Paese diviso da personalismi, sospetti e accuse. Mentre il popolo fa sempre più fatica ad andare avanti. In un articolo del Sussidiario.net, il presidente di CdO spiega come «possiamo ripartire: dall'educazione»
Bernhard Scholz

Ormai il sistema è consolidato. Una certa classe politica, una parte della magistratura e gran parte del giornalismo si alimentano con accuse reciproche in una autoreferenzialità insuperabile. In nome del futuro dell’Italia vengono coltivati i sospetti, enfatizzati i vizi, screditati gli avversari e indebolite le istituzioni. Personalismi e ideologie si impongono come criteri ultimi del dibattito pubblico, riducendo tutto a un’alternativa limitata al pro o contro. Tutto questo non apre spazi alle domande che riguardano realmente il bene comune: solo raramente si parla di famiglia e di lavoro, di scuola o di impresa, mentre quasi in automatico tutto viene ridotto a questioni di schieramento partitico o personalistico e strumentalizzato per attaccare o accusare qualcuno. In questo triste gioco manca proprio quel soggetto che tutti pretendono di rappresentare: il popolo. Il popolo che ce la fa ancora, ma a stento. Sono loro - madri e padri, lavoratori e insegnanti, professionisti e volontari - a far andare avanti l’Italia, seppur con crescente fatica. Nonostante l’assenza di reali sostegni alle famiglie, primo ammortizzatore sociale; nonostante un’enorme pressione fiscale per le imprese, motori di una possibile ripresa; nonostante una burocrazia, primo impedimento a una flessibilità reale di azione; nonostante tanti altri fattori che appesantiscono sempre di più la vita della gente (basti ricordare i 75 miliardi di euro di fatture non pagate dalla pubblica amministrazione). Certo, ci sono anche segnali di cambiamento politico. Ma sono deboli, troppo deboli...

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