La scuola di Rio de Janeiro dove è avvenuta la tragedia.

«Il Mistero presente, la vittoria sul male»

In un quartiere di Rio un ragazzo entra armato nella sua ex-scuola e uccide 12 bambini. Gli amici di Cl, scossi da una tragedia che «fa gridare dalla rabbia», pubblicano un volantino. Dove si mettono nelle mani di due testimoni della fede. Ecco il testo

Lo tsunami del Giappone ci ha lasciato tutti senza parole, davanti a tanto mistero non si riesce a dire nulla. Ma, sebbene sembri assurdo, ancora si poteva avere un sollievo finale nel dire che la forza della natura nella storia sempre si fa sentire e si afferma. Ma un giovane di 23 anni che entra in una scuola e spara all’impazzata e ammazza 12 bambini, questo forse è peggio di uno tsunami. Ti fa gridare dalla rabbia. Ti fa ribrezzo. Non c’è proprio un senso, se non il male.
Per chi ha fede c’è un Mistero. Cosa vuol dire realmente che siamo davanti a un Mistero? Mistero, quale è il fatto che Dio si sia fatto uomo, e sia morto e risorto.
Questo fatto (la resurrezione) per noi, cristiani - cattolici praticanti o simpatizzanti, agnostici e atei - è una cosa così risaputa che è diventata una nozione storica o un racconto mitologico. Ma che sia il criterio nel modo di giudicare e guardare tutto oggi, nel mondo di oggi, per noi è molto difficile. Che sia un fatto in grado di cambiare il nostro svegliarci al mattino, il nostro lavorare, il nostro guardare a quello che succede, di bello e di tragico, è una cosa molto difficile per noi moderni. Ma noi moderni abbiamo un vantaggio: siamo quelli che adesso più abbiamo bisogno di Lui, davanti a tutto quello che ci lascia attoniti e senza parole in questo mondo senza Dio noi siamo adesso quelli che più abbiamo bisogno di Dio, di un Dio che è morto e resuscitato e ha bisogno di me. Non un Dio lontano, che quindi non avrebbe avuto bisogno di soffrire e morire per l’uomo, ma un Dio amico che ha compassione del mio niente e mi fa essere e si fa compagnia a me.
Davanti a quanto accaduto in questa scuola vogliamo metterci davanti a due testimoni, che ci dicono che è possibile vivere con un senso, con la certezza della presenza di Dio fatto uomo, ora, non nell’aldilà, senza censurare o dimenticare nulla. Queste parole sono l’esperienza di due uomini che vogliamo guardare, davanti a questo Mistero vogliamo implorare che così diventi il nostro sguardo e la nostra certezza, di una Presenza amica che esiste ora.

«Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede» (1 Cor 15,14s). La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti. Se si toglie questo, si può, certo, raccogliere dalla tradizione cristiana ancora una serie di idee degne di nota su Dio e sull’uomo, sull’essere dell’uomo e sul suo dover essere - una sorta di concezione religiosa del mondo -, ma la fede cristiana è morta. Gesù in tal caso non è più il criterio di misura; criterio è allora soltanto la nostra valutazione personale che sceglie dal suo patrimonio ciò che sembra utile. E questo significa che siamo abbandonati a noi stessi. La nostra valutazione personale è l’ultima istanza. Solo se Gesù è risorto, è avvenuto qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Allora Egli, Gesù, diventa il criterio, del quale ci possiamo fidare. Poiché allora Dio si è veramente manifestato.
Benedetto XVI

L’avvenimento non identifica soltanto qualcosa che è accaduto e con cui tutto è iniziato, ma ciò che desta il presente, definisce il presente, dà contenuto al presente, rende possibile il presente. Ciò che si sa o ciò che si ha diventa esperienza se quello che si sa o si ha è qualcosa che ci viene dato adesso: c’è una mano che ce lo porge ora, c’è un volto che viene avanti ora, c’è del sangue che scorre ora, c’è una risurrezione che avviene ora. Fuori di questo «ora» non c’è niente! Il nostro io non può essere mosso, commosso, cioè cambiato, se non da una contemporaneità: un avvenimento. Cristo è qualcosa che mi sta accadendo. Allora, perché quello che sappiamo - Cristo, tutto il discorso su Cristo - sia esperienza, occorre che sia un presente che ci provoca e percuote: è un presente come per Andrea e per Giovanni è stato un presente. Il cristianesimo, Cristo, è esattamente quello che fu per Andrea e Giovanni quando gli andavano dietro; immaginate quando si voltò, e come furono colpiti! E quando andarono a casa sua... È sempre così fino adesso, fino in questo momento!
Luigi Giussani

Per questo preghiamo per le vittime e per le famiglie che hanno perso i loro amati figli unendoci in preghiera al nostro Arcivescovo don Orani e a tutta la Chiesa di Rio de Janeiro.
Comunione Liberazione - Rio de Janeiro