Le elezioni cui non possiamo mancare

I portoghesi sono chiamati alle urne: il 5 giugno sceglieranno chi guiderà il Paese in piena crisi (non solo finanziaria). Un volantino della Compagnia delle Opere spiega cosa c'è in gioco: «Restituire la speranza e il gusto di vivere alla nostra societá»

Le elezioni del prossimo 5 Giugno ci chiamano alla responsabilitá di protagonisti della storia del nostro paese, affondato in una crisi economica e finanziaria. Il sogno é finito. Durante troppo tempo, Stato e cittadini hanno vissuto nell’illusione di poter spendere ció che non avevano, ma la realtá, come sempre, ha finito per imporsi e il panorama oggi é molto poco animatore. Negli ultimi anni siamo stati “sgovernati” con totale irresponsabilitá e i risultati di questa irresponsabilitá sono entrati nelle nostre case.

Ma, anche se affogata nella schiuma diaria dei prestiti e degli interessi, esiste la percezione che la crisi sia molto piú di una crisi finanziaria. Peggiore del disgoverno economico, é stata la politica dello svuotamento dei valori, di distrutturazione deliberata della societá, di battaglia contro la famiglia, l’iniziativa privata, la libertá di educazione e la libertá di giornalismo. La cultura del sussidio ha svalorizzato il lavoro, che ha smesso di essere visto come un valore ed é vissuto come una “tassa” da pagare per alimentare un certo stile di vita. La cultura del successo ha corrotto la politica, vista non come la competizione leale tra coloro che vogliono servire il popolo, ma come la guerra senza quartiere di coloro che vogliono il potere a qualsiasi costo. L’ egoismo generazionale ha compromesso il futuro: i nostri figli e nipoti dovranno pagare per i nostri errori e tutti li accettiamo con una naturalezza impressionante. Sofia de Mello Breyner Andersen ha chiamato questo processo “sorditá progressiva dell’essere”. C’é una crisi di identitá in cui la mancanza di patriottismo di alcuni, minaccia di portarsi dietro l’intero popolo.

In questa situazione, dobbiamo dirlo, la nostra speranza non é riposta nella politica. “La nostra speranza ha un fondamento reale, si appoggia in un avvenimento che si pone nella storia e allo stesso tempo la eccede: é Gesú di Nazaret. La fede in Dio apre l’uomo a orizzonti di una speranza certa che non delude, indica un solido fondamento su cui appoggiare, senza paura, la propria vita; chiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’amore che sostiene il mondo”: cosí ci ha detto Benedetto XVI. Nella nostra storia non sono mai mancati testimoni di questa nuova umanitá, gente che, appoggiandosi in questo solido fondamento, ha atteso contro ogni speranza e ha aiutato a ivertire il corso degli avvenimenti. Anche oggi questa nuova umanitá si manifesta in persone che non perdono il loro tempo a lamentarsi dei mali del nostro tempo, ma fa ció che deve fare in tutti i campi della vita sociale: scuola e universitá, lavoro e imprenditorialitá, cultura e arte, salute, politica, impegno con le istituzioni. La prioritá del nostro voto é appoggiare chi si impegna per il bene comune, combattendo uno Stato che ha la pretesa di usare la vita sociale invece di potenziare la libertá e la libera iniziativa, e combattendo i partiti che pretendono usare dello stato invece di servire il popolo.

É importante in primo luogo che nessuno si astenga dal votare in queste elezioni, anche se questo implichi il dover fare grandi dislocazioni o cautelarsi il voto anticipato. Queste elezioni sono determinanti per il destino del nostro popolo e il suo sfascio é responsabilitá anche di tutti noi.

Appoggiamo le forze politiche che promuovano il principio della sussidiarietá - quello che la societá puó fare non deve essere fatto dall’Amministrazione pubblica.

Appoggiamo le forze politiche che tutelano la libertá della Chiesa nella sua espressione pubblica, nella sua capacitá di generare opere e nel contribuire nell’educazione, e che incentivino e rispettino la libera iniziativa, creatrice di lavoro.

Appoggiamo le forze politiche che contribuiscano al protagonismo di ogni membro della societá, facendolo uscire dal marasma e dall’apatia.

Perché é questo che c’é in gioco in queste elezioni: restituire la speranza e il gusto di vivere alla nostra societá, non soltanto chi gestirá i soldi e i prestiti. Non lasciare che dopo il 5 Giugno rimanga tutto com’é, é la possibilitá che é data, ad ognuno di noi, in questo momento.

Maggio 2011
Compagnia delle Opere - Portogallo