Quel puntino rosso di ogni uomo
È partito il seminario promosso da Tony Blair Foundation e Fondazione per la Sussidiarietà. Per affrontare l'impatto della religione nel nostro mondo. E cosa permette di lavorare insieme per il bene comuneFede e globalizzazione: è il titolo di una serie di seminari promossi dalla Tony Blair Foundation e dalla Fondazione per la Sussidiarietà: un’idea che nasce da un’amicizia, costruita a partire da un Meeting di qualche anno fa. Che si conferma con l’articolo che Tony Blair ha scritto per il Corriere della Sera il 9 ottobre: da leggere, diffondere, studiare. Si è partiti da Roma, si proseguirà con Bologna, Milano e Venezia, con lo stesso filo conduttore: la religione è una dimensione naturale e impossibile da tacere. Le tocca star di fronte alle crisi dell’economia, al rapporto con una politica che può soffocarla, o trarne ispirazione, all’incontro con altre religioni per un dialogo che non dimentichi identità e tradizioni. La Chiesa, su questo terreno, lavora da 2000 anni. Perché il legame fede e globalizzazione ci interessa? È sempre avvenuto ed è il metodo con cui le diverse religioni hanno incontrato i popoli e le persone: per contagio, da testimone a testimone, secondo le modalità e i mezzi dei tempi, ovvero viaggi, lenti, pericolosi, e libri, lunghi da ricopiare, difficili da leggere e comprendere. Oggi si corre, tutto è frettoloso e tutto si sfiora, rischiando di perdere qualcosa e di perdersi, perché troppo superficiali nelle conoscenze, troppo distratti. Come trasmettere la fede? Come permettere alle religioni di incontrarsi e lavorare insieme per il bene comune? Che hanno da dire le religioni sui processi globali?
La sfida ha come portata quell’allargamento della ragione cui ci invita il Papa, per riconoscere in ogni uomo quel puntino rosso che palpita nel blu nell’Icaro di Matisse. Non è spontaneo e immediato ritrovarsi nel famoso villaggio globale, in una città, una scuola, con persone di diverse radici, fede. Ci si capisce poco e male. Eppure, il mondo è più religioso che mai, testimonia Khaled Akasher, sacerdote del Patriarcato latino di Gerusalemme, leggendo il contributo del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Poiché il cristianesimo è per natura universalista (ricordiamoci della Pentecoste), si arricchisce delle diversità umane, fondandosi, però, su un cemento etico: il valore inalienabile della persona, sempre fine e mai mezzo, sempre soggetto, mai oggetto. Siamo ad una svolta storica per la nostra cultura, ragiona e provoca Ettore Gotti Tedeschi, Presidente Ior, docente di Etica della Finanza in Cattolica. Ci sono varie ragioni per cui la fede deve ravvivarsi: forse se avessimo avuto più fede questa crisi economica che subiamo, e che è innanzitutto morale, avrebbe avuto meno possibilità di dilagare, e forse ne saremmo già usciti (non a caso abbiamo smesso di crescere quando abbiamo smesso di fare figli…). La fede ci offre dei vantaggi competitivi, nel senso che i cattolici, sottolinea Gotti Tedeschi, hanno la possibilità di distinguere tra fini e mezzi (sono dei mezzi l’economia, la finanza) perché sanno che la vita ha un senso.
Sebastiano Maffettone, Preside di Scienze Politiche alla Luiss (dove si è svolto il seminario), ricorda Aristotele: è buono per l’io ciò che è buono per la comunità. In una realtà sempre più materialista e priva del senso della comunità, la fede è cemento della società. Fatta di uomini che hanno in cuore un indomabile desiderio di felicità e di libertà per seguirla. Bisogna saperlo ridestare, educarlo, quel palpito e per questo il secondo titolo di questo seminario ci è più familiare ed è la sfida dell’educazione.
Come rammenta Onorato Grassi, docente di Filosofia Medievale alla Lumsa, si parte ancora e sempre da lì: per preparare alla vita, con le sue nuove sfide e le nuove convivenze necessarie, anche se educare è qualcosa di più di un training, di un addestramento, perché la persona non è riducibile a ingranaggio di un processo in cui deve svolgere certe funzioni; l’educazione è innanzitutto vivificare la coscienza dell’uomo, e aprirlo al significato della vita.
La prossima tappa del seminario si terrà all'Università di Bologna il 27 ottobre, con un incontro su "Religione e sviluppo".