L'Ospedale Luigi Sacco, Milano.

«Lo sguardo, strumento di cura»

Lunedì 26 marzo, all'ospedale Luigi Sacco si è parlato di crisi economica. In un momento storico così difficile, a cosa non può rinunciare chi è medico? Intanto alla persona e alla sua centralità...
Alberto Chiusi

Una crisi è sempre positiva? «No. Se la crisi uno la subisce, non è una cosa positiva». Esordisce così Alessandra Kustermann, direttore del Pronto soccorso ostetrico ginecologico della Mangiagalli, e il dibattito entra subito nel vivo. Siamo all’ospedale Sacco di Milano, dove è in programma un incontro per discutere della crisi economica promosso dall’associazione Medicina e Persona. Dopo Kustermann interverranno Mario Melazzini, responsabile della programmazione e sviluppo piani della sanità lombarda, e Innocente Figini, direttore dell’unità di Oculistica all’ospedale Valduce di Como.

Kustermann fa qualche esempio: «Se per via dei tagli un disabile che vive in un edificio senza ascensore non può uscire di casa, non si può dire che per lui la crisi è positiva». Oppure: «Tutte le volte che incontro una donna che decide di non portare a termine la gravidanza, perché si trova in difficoltà economiche, penso a una sconfitta». E dire che siamo in Lombardia, una regione che può contare su un sistema sanitario efficiente.

Elena Piazza, responsabile dell’unità di Oncologia del Sacco e moderatrice dell’incontro, incalza i suoi interlocutori: «A che cosa non possiamo rinunciare nel nostro lavoro di medici?». Risponde Melazzini: «Alla persona, alla sua centralità». E se mancano le risorse? Modificando l’approccio. Melazzini spiega che la Regione ci sta provando con i Creg (Chronic Related Group), una modalità innovativa (ancora sperimentale) di presa in carico dei pazienti cronici che ha già attirato l'attenzione di molte regioni italiane, ma anche di realtà estere, come le autorità sanitarie canadesi. Con i Creg i servizi per la salute sono stati riorientati per garantire una maggiore appropriatezza nelle cure e nell’assistenza. In questo caso si può dire che la crisi ha prodotto risultati interessanti, anche se l’efficacia dei Creg è ancora da verificare. Altro esempio, la Città della Salute. Al progetto del nuovo superpolo scientifico, che doveva sorgere proprio accanto al Sacco e riunire le eccellenze di Besta e Istituto dei tumori, la Regione ha applicato il medesimo approccio. «La struttura si farà», assicura Melazzini, «ma la crisi ha imposto un brusco cambio di marcia». Il progetto originale è stato rivisitato alla luce dei nuovi scenari e degli stanziamenti che nel frattempo si sono ridotti.

Si può sperare allora? Per rispondere Figini racconta di quando incontrò Madre Teresa in India. Era andato là a operare agli occhi dei bambini poverissimi. Trovandolo nello sconforto la suora gli disse: «Non importa quanti interventi di cataratta riuscirai a fare. Pensa piuttosto alla speranza che suscita in questi bambini vedere qualcuno che si prende cura di loro amorevolmente». Conferma Melazzini: «Lo sguardo è uno strumento di cura».
Dalla platea un’ultima domanda: cosa fate davanti alle difficoltà? «Ogni giorno nascono problemi nuovi. A chi non capita? Bisogna essere pronti a cambiare sempre. Dobbiamo domandarci se siamo disponibili al cambiamento, se siamo disposti a rimettere in discussione abitudini e pratiche consolidate. Se siamo disposti a lasciarci provocare dalle cose che capitano e a fare la fatica di conoscere la realtà».