La Giornata nazionale di Raccolta del Farmaco.

I frutti imprevisti della Giornata

Quest'anno, alla Raccolta del Farmaco, coinvolte anche le facoltà italiane di Farmacia. Per il loro coinvolgimento e l'aiuto nella formazione dei volontari, la prestigiosa fiera Cosmofarma ha assegnato ai presidi il "Premio gratuità 2012"
Niccolò De Carolis

Centinaia di volontari che hanno sfidato bollettini meteo apocalittici e nevicate eccezionali. Più di 350.000 farmaci raccolti in 1.200 comuni aderenti all’iniziativa, ridistribuiti in 3.200 farmacie e 1.400 enti assistenziali. Lo scorso 11 febbraio la Giornata nazionale di Raccolta del Farmaco è stata un successo nei numeri e nello spettacolo della gratuità. Tra i protagonisti dell’iniziativa c’erano i professori delle facoltà italiane di Farmacia, che hanno coinvolto nel gesto i loro studenti e collaborato nella formazione dei volontari.

Stupiti da questa appassionata adesione, a tre mesi di distanza, gli organizzatori del premio Cosmofarma 2012 hanno deciso di consegnare il riconoscimento alla conferenza dei Presidi delle facoltà di Farmacia.
Cosmofarma è la più importante manifestazione fieristica a livello europeo nell'ambito dell'Health Care, del Beauty Care, e di tutti i servizi legati al mondo del farmaco. Nell’edizione di quest’anno che si svolgerà a Roma dal 4 al 6 maggio, tra i partecipanti ci sarà anche la fondazione Banco Farmaceutico con il suo presidente Paolo Gradnik, che consegnerà personalmente il premio durante la cena di gala.

Tante le testimonianze di persone che, donando del loro tempo alla Giornata del farmaco, hanno assistito a «conseguenze impreviste e inaspettate». Una su tutte quella di Mario, volontario romano, che in università è stato fermato da un gruppo di studenti che avevano partecipato con lui al gesto dell’11 febbraio, desiderosi di conoscere l’esito della raccolta. «La grandezza di un'opera», racconta Mario, «non si rivela solo dal raggiungimento del risultato finale, ma ciò che la rende unica spesso sono quelle “conseguenze” impreviste e inaspettate, più grandi del nostro disegno umano. Così, anche l’attesa in un freddo corridoio universitario può rivelarsi un luogo di scoperta e di conferma del lavoro che si è svolto insieme in un anno. L’interesse manifestato da quei ragazzi che si apprestavano di lì a poco a sostenere un esame, mi ha sbalordito perché era segno di un genuino e spontaneo coinvolgimento al progetto».