La Fortnight for freedom della Chiesa americana.

I vescovi Usa: «La prima libertà è quella religiosa»

Alcune misure della riforma sanitaria di Obama limitano l'autonomia delle istituzioni sanitarie e caritative cattoliche. Per questo tutta la Chiesa americana ha organizzato la Fortnight of Freedom, che si è conclusa il 4 luglio: l'Indipendence Day

Si conclude oggi, con una messa celebrata dall'arcivescovo di Washington, cardinale Donald Wuerl, nella Basilica Nazionale della capitale Usa, la Fortnight of Freedom lanciata dai vescovi americani: due settimane per rinnovare l'attenzione dei fedeli cattolici, ma anche di tutti gli altri cittadini, sulla libertà religiosa, in una fase in cui questa è minacciata, secondo i presuli, da alcune misure contenute nella riforma sanitaria varata dal presidente Barack Obama.

Non è un caso che le due settimane di iniziative, manifestazioni, dibattiti e preghiere culminino proprio il 4 luglio, il giorno in cui Oltreoceano si celebra l'Independence Day. Nella storia e nella tradizione degli Stati Uniti, infatti, la libertà religiosa è infatti considerata la “prima libertà” americana, protetta dal primo dei dieci emendamenti della Costituzione Usa approvati nel 1791 sotto il nome collettivo di Bill of Rights, Carta dei Diritti.

Intervistato dalla Radio Vaticana, l'arcivescovo di Chicago, cardinale Francis E. George, ha ribadito che se “gli Stati Uniti si vantano di essere la terra della libertà”, oggi “la libertà religiosa, che è la prima libertà, è seriamente a rischio se non si cambierà la riforma sanitaria”.

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