Da sinistra, Angelo Matera, Michael<br> Winters, Lorenzo Albacete.

La politica Usa? «Un problema di ascolto»

Alla vigilia delle elezioni americane, monsignor Lorenzo Albacete e il giornalista Michael Sean Winters trovano una speranza nel messaggio provocatorio di Benedetto XVI al Parlamento tedesco. Con il «cuore docile di Salomone» si può fare politica
Timothy Herrmann

È normale per gli americani giudicare l’agire molto più dei discorsi. Forse sta proprio nella nostra natura, ma è raro che troviamo soddisfazione in un discorso che non sia immediatamente traducibile in pratica, soprattutto in tempi di bisogno. Questo vale per la politica come per l’insegnamento della Chiesa. Così, non è insolito per un americano ascoltare un discorso di un politico, o l’omelia di un pastore, annuire col capo e immediatamente dopo chiedere all’oratore, a voce alta o tra sé e sé, :«Va bene, capisco il tuo punto di vista, ma cosa dovremmo fare? Qual è il prossimo passo?».

Ecco perché monsignor Lorenzo Albacete, come sempre, ci ha colti di sorpresa, spiazzati: «È un problema di ascolto», ha detto. Affrontando di petto la questione della tensione fra il contenuto e la necessità della sua messa in pratica, ci ha ricordato che il Papa, prima di tutto, ci richiama ad ascoltare. Per Benedetto XVI, l’atto più importante che possiamo compiere in quanto essere umani è metterci in ascolto del nostro cuore, e questa è anche la chiave per rendere più degna la politica. Il secondo oratore ha proseguito sulla stessa lunghezza d’onda. Esperto fra i più autorevoli, Michael Sean Winters. Ancora una volta è stato colpito dalla sua amicizia con Albacete, il genere di maestro - come ha scritto su un blog dopo l’evento - capace di «Ricondurti a una parte della tua vita che avevi lasciato, distratto da altre preoccupazioni, e in questo ritorno ti porta a scoprire un amore perduto da tempo, come la moneta o la pecorella perduta delle parabole».

Tutti noi eravamo in ascolto per lo stesso motivo, colpiti da ciò che veniva detto come una cosa nuova che avevamo già dato per scontato. Ognuno di noi era lì con il cuore aperto alle parole di Albacete, certo che la cosa davvero più importante fosse ascoltare. «La dignità della politica nasce da un cuore in ascolto, perché senza un cuore in ascolto la politica si ritrova separata dall’uomo e dall’intelligenza del suo cuore, e quindi perde la sua dignità», ha affermato Albacete. Nel suo discorso al Parlamento tedesco, il Papa ci ha ricordato che al giovane re Salomone Dio concesse di avanzare una richiesta.Questi non chiese: «Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici», ma domandò: «Un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male».

Albacete ha sottolineato che oggi più importante che mai è riconoscere che la giustizia, e non il successo, è il vero scopo della politica, e che la giustizia è possibile solamente se l’uomo è in grado di distinguere fra il bene e il male. «Per questo - ha proseguito Albacete - abbiamo bisogno della capacità di discernimento che il Papa chiama “cuore docile”, il solo strumento in grado di distinguere ciò che sembra esser giusto da ciò che giusto è davvero». Michael Sean Winters, stimato giornalista e commentatore esperto del mondo cattolico, ha riflettuto sul tempo trascorso lavorando con i candidati. Ha fatto alcune considerazioni sulla possibilità che il richiamo del Papa ad ascoltare il proprio cuore sia applicabile, o addirittura possa avere una qualche influenza, sulla politica americana.

Il suo punto di partenza era apparentemente negativo al riguardo. I politici americani sono «semplicemente troppo occupati per ascoltare il loro cuore». La maggior parte del loro tempo sono impegnati nella ricerca di fondi, e anche se avessero tempo, va ricordato che «ogni candidato in primo luogo è mandato a Washington dove gli viene detto che il suo compito non è "ascoltare il proprio cuore" ma farsi portavoce delle posizioni che il partito lo incarica di comunicare». Nello stesso tempo, Winters non ha potuto esimersi dal riconoscere che il proprio cuore era commosso da quanto aveva ascoltato da Albacete. «Dalla crisi sgorgano spesso buone notizie - ha detto - e il Santo Padre, soffermandosi sulla crisi dell’ambiente nel suo discorso, ha visto in essa un’opportunità, come ha sottolineato Albacete». Non solo i cristiani «hanno un’ottica migliore per affrontare i problemi dell’ecologia rispetto al liberalismo classico», ma le ultime generazioni sono stanche delle proposte senza via d’uscita della cultura moderna, e cominciano a trovare «la proposta di un umanesimo cristiano molto più attrattiva» e rispondente al bisogno attuale.

Albacete ha concordato con lui, spiegando che solo Cristo risponde al cuore dell’uomo e lo rianima, mostrandogli come ascoltare e rispondere alla realtà così come essa chiama, proprio come il Partito dei Verdi in Germania sta tentando di cogliere e rispondere concretamente ai segni dei tempi. Mi è sembrato che questo fosse proprio ciò che Albacete stava facendo con noi. Stava mettendo in moto il nostro cuore, sfidandoci a riconsiderare le parole del Papa e a verificare se l’ascolto possa realmente dare inizio a una nuova e più responsabile forma di politica. Entrambi gli oratori hanno concluso concordando sul fatto che «la situazione attuale è drammatica». Albacete ha messo in guardia: «Oggi il pericolo è pensare che il positivismo che ha le sue radici nella ‘legge’ e nei ‘diritti’ possa essere la risposta a tutti i nostri problemi; non può funzionare per l’intera esperienza umana e certamente non per i desideri del cuore dell’uomo, o per dirla con le parole di don Giussani, per il senso religioso».

Solo l’ascolto del nostro cuore ci permetterà di comprendere con più chiarezza come confrontarci con le sfide politiche che abbiamo di fronte. Senza un cuore in ascolto come prima nostra preoccupazione, l’agire prende il sopravvento e finiamo per perderci nell’ideologia e in movimenti che, lungi dal rispondere al nostro bisogno, ci rendono sempre più estranei a noi stessi e ci lasciano a una politica priva di dignità e di significato. La compagnia di Albacete è stata la conferma del metodo dell’ascolto: ognuno di noi quella sera è stato guidato a un nuovo modo di guardare la politica e noi stessi.