Salvatore Alvaro.

Insegnante perché uomo

Salvatore Alvaro in cattedra per anni al liceo Tenca di Milano, poi la malattia e la morte. Lascia una consegna: «Puntare sempre sull'umano». E, nel ricordo del suo preside, una certezza: vivendo come lui «si può imparare per tutta la vita»
Gianni Mereghetti

A Milano in una affollatissima basilica di Sant'Ambrogio, Salvatore Alvaro è stato accompagnato nell'ultimo viaggio dalla sua famiglia, assieme agli amici, ai suoi studenti, ai colleghi e al mondo della scuola milanese. La mestizia della cerimonia funebre, il dolore per il distacco della morte erano presenti, ma ancor più vibranti il ricordo e la certezza di una presenza che in modo misterioso continua, tanto che quello che era un triste commiato è diventato un travolgente stare davanti al professor Alvaro. Ha iniziato il celebrante, don Franco Berti, tratteggiando la personalità di Salvatore Alvaro dall'incontro con il carisma di Comunione e Liberazione, al percorso universitario, all'impegno nel mondo della scuola, fino a raccontare la testimonianza di fede data durante il cammino drammatico cui lo ha obbligato la malattia. E alla fine della messa quello che don Berti ha aperto con il suo ricordo è continuato in modo commovente e senza soluzione di continuità con interventi che si sono susseguiti a parlare con lui. Una lettera del vescovo monsignor Luigi Negri, un toccante ricordo del dirigente scolastico del liceo Tenca, il figlio, gli amici, due studenti hanno ritratto la personalità del professor Salvatore Alvaro con una impressionante corrispondenza alla realtà.

Salvatore Alvaro, impegnato a vivere la fede dentro le tante circostanze dell'esistenza, padre di famiglia capace di dedizione totale e di sacrificio, è stato uomo di scuola: insegnante, ha alternato all'impegno in classe con gli studenti anni di servizio attivo nel sindacato, all'interno dello Snals. Avrebbe terminato la carriera come dirigente scolastico se non glielo avesse impedito la grave malattia che lo ha colpito.
Il ricordo degli studenti e quello del professor Mauro Zeni, dirigente scolastico del liceo Tenca, dove ha insegnato per tanti anni, hanno indicato a chiare lettere quale sia stato il segreto di questo professore che ha lasciato un segno positivo sia dentro le classi scolastiche, in mezzo ai giovani, sia nel mondo complicato del sindacato: Salvatore Alvaro si è contraddistinto perché dentro la scuola ha portato la sua determinazione a puntare sempre sull'umano, la sua gioia che ha tanto colpito il professor Zeni da desiderare che continui ad illuminare i momenti bui in cui si dovrà passare e la sua pazienza, con la quale ha saputo stare dentro le contraddizioni cercando il varco per intessere le soluzioni migliori possibili.

Un insegnante di cui la scuola di oggi ha sempre più bisogno, e nel ricordo dei suoi studenti è emerso con chiarezza il segreto di questa esemplarità: perché è stato un uomo, fino in fondo impegnato con la sua umanità, è stato un ottimo insegnante. E questa è la consegna che lascia, o come ha scritto il prof Zeni, la compagnia, che oggi il prof Alvaro fa al mondo della scuola per cui si è speso totalmente. È la certezza che sgorga potente dalla sua vita e che è nello stesso tempo il metodo che lui ha imparato nell'incontro con il carisma di don Giussani: Salvatore Alvaro è stato uomo, si è impegnato con le domande più vere della vita, ha preso sul serio il suo desiderio e per questo è stato un appassionato marito e padre di famiglia, è per questo che è stato un insegnante sensibile e attento a chi ha avuto davanti in classe, è per questo che ha fatto il sindacalista condividendo il bisogno dei suoi colleghi, è per questo che ha vissuto la malattia con lo sguardo fisso a Gesù.