Usa e nozze gay, un errore di ragione
«Deprivazione di libertà eque», recita la sentenza della Corte suprema americana contro la difesa dell'unicità del matrimonio tra uomo e donna. «Secondo una logica giuridica sbagliata». Il commento del filosofo Eugenio MazzarellaLa dichiarazione di incostituzionalità della Corte Suprema degli Stati Uniti del Defense of Marriage Act in quanto “deprivazione di libertà eque” in contrasto con il quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali, è un grave errore di logica giuridica, oltre che una lesione dalle conseguenze difficilmente calcolabili ad un istituto etico della società, prima ancora che giuridico, il matrimonio; istituto da sempre fondativo e strutturante un’ordinata convivenza sociale, le cui basi “naturali” (il legame eterosessuale orientato alla procreazione) riconosceva già il diritto romano, alla luce della semplice ragione naturale, e al netto di ogni illuminazione religiosa.
Tanto per segnalare quanto sia fuorviante assegnare alla “credenza religiosa” il patrocinio della limitazione alle coppie eterosessuali dell’istituto matrimoniale, e non piuttosto al semplice buon uso della ragione. Ed è questo buon uso della ragione, della ragionevolezza e della sensatezza della norma, che è venuto meno nella pronuncia della Corte Suprema statunitense. Anche in questo caso, come già in Francia, nell’assunto che le coppie eterosessuali e le coppie gay non siano discriminabili in base all’orientamento sessuale, nei loro diritti per accedere all’istituto familiare del matrimonio, che ogni persona avrebbe diritto a metter su (e questa sarebbe la presunta discriminazione da rimuovere), assistiamo ad un uso ideologico e improprio, in diritto e in fatto, di una transitività analogica di ciò che va riconosciuto a coppia, famiglia, matrimonio, che sono realtà affatto diverse, e richiederebbero istituti giuridici diversi, anche quando si voglia riconoscere a chi vi sia coinvolto (nella coppia, nella famiglia, nel matrimonio) una base comune, più o meno ampia, di eguali diritti....
LEGGI L'ARTICOLO SU ILSUSSIDIARIO.NET