Il presepe vivente del Corvetto.

Per ricordare che «quel bambino ha cambiato la storia»

Come avvicinarsi al mistero del Natale? Mettendo in scena la nascita di Gesù. L'intuizione di san Francesco, ottocento anni dopo, rimane ancora attuale. Il quartiere di Corvetto si prepara a vivere il più partecipato presepe vivente della città
Maria Luisa Minelli

Sono passati quasi ottocento anni dal primo presepe della storia. Era il 1223 quando san Francesco, con l’aiuto di Giovanni Vellita da Greccio, decise di inscenare la nascita di Gesù in una mangiatoia, nelle campagne umbre. «E per i meriti del Santo, quel fanciullo veniva resuscitato nei cuori di molti che l’avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso nella loro memoria», scrisse di quel fatto Tommaso da Celano, contemporaneo di Francesco.

Un modo per partecipare più da vicino al mistero di quella nascita, insomma. Che è arrivato fino ai giorni nostri. Dalle statuine colorate tra la cartapesta e il muschio su una mensola all'ingresso di casa fino a creazioni più complesse, di ogni scala o misura, in alta montagna o perfino sommerse. Ma la tradizione del presepe si lega anche a chi, per le strade, si traveste da san Giuseppe, da Maria, da angelo o pastore inscenando una vera e propria rappresentazione vivente. Tutto questo con un unico scopo: portare, duemila anni dopo, la stessa novità.

E accade anche al quartiere Corvetto di Milano. Sì, perché la periferia sud del capoluogo lombardo da più di 25 anni raduna 3mila persone attorno a quello che è diventato il più partecipato presepe vivente della città. Lo scopo? Proporre «una modalità diversa di aspettare il Natale, guardandolo in tutto il suo significato», spiega Bruno Calchera, presidente dell’associazione “Immagine”, tra i primi organizzatori del gesto. Per ricordarsi che non è nulla di astratto, che quel bambino, nato in una stalla, era di carne e ossa, e ha cambiato la storia.

Un’iniziativa che, cresciuta attorno al convento delle suore della Carità dell’Assunzione di via Martinengo, è arrivata a coinvolgere famiglie di ogni etnia e cultura: «Sono sempre più numerosi gli immigrati, non solo cristiani, che ogni anno decidono di partecipare», dice ancora Calchera: «È diventato il gesto di un intero popolo».

Quest’anno l’appuntamento è per le 20.45 di venerdì 19 dicembre, con partenza davanti al convento delle suore. Oltre 230 i personaggi in costume che animeranno i sei quadri: un percorso che parte con l’Annunciazione a Maria e si conclude con la visita dei Magi. Grandi protagonisti saranno i bambini, quasi duecento, che frequentano il doposcuola organizzato dalle suore e la Casa di Sam, centro educativo nato per iniziativa dell’associazione “Immagine”. Il tutto sarà accompagnato da un coro e da una breve riflessione sul Natale che concluderà il gesto.

Per informazioni: www.associazioneimmagine.org