L'home page del nuovo sito.

È nato lanuovaeuropa.org

Lo strumento nuovo per una rivista che ha 55 anni di storia. Dalla scoperta del samizdat all'incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill. Passando per Pavel Florenskij e Svetlana Aleksievic. La direttrice Marta Dell'Asta spiega le novità del portale
Luca Fiore

Delle potenzialità dello strumento, la redazione de La Nuova Europa se n’è accorta a poche ore dalla messa online del nuovo sito internet. Nella tarda mattinata di venerdì 5 veniva reso noto il comunicato congiunto della Santa Sede e del Patriarcato di Mosca sull’incontro di venerdì 12 febbraio a Cuba tra papa Francesco e il Patriarca Kiril. Forse la notizia più importante che la rivista si è trovata a dare nei suoi 55 anni di vita. Così, a metà pomeriggio, ecco online il commento del fondatore di Russia Cristiana, padre Romano Scalfi: «La prima reazione è quella di una gratitudine immensa per la possibilità che lo Spirito ci offre in questo incontro».
Il nuovo «portale di informazione indipendente» è un tappa importante per la rivista, che rallenta le pubblicazioni cartacee, ma schiaccia l’acceleratore dell’online anche per poter seguire l’incalzare precipitoso della cronaca. Vedi l’inatteso incontro storico all’Avana. «È un passo nuovo per noi», commenta il direttore Marta Dall’Asta, anche lei curiosa di dove la porterà la nuova avventura.

Cosa c’è nel nuovo portale?

Innanzitutto un editoriale che commenta il fatto o la tendenza più importante del momento, dal punto di vista della cronaca o della vita culturale. Potrà essere anche una mostra o un libro. Ad esempio: prima dell'ultima bomba di Cuba, per noi anche l’attribuzione del Premio Nobel per la Letteratura a Svetlana Aleksievic è stata fonte di grande interesse e spunto per dibattiti e discussioni sulla situazione di tutto il mondo russo e ortodosso. Poi ci saranno articoli che raccontano la vita della società dei Paesi dell’Est da punti di vista originali. In questi giorni, ad esempio, c’è un’interessantissima intervista a un pastore protestante che vive a ridosso delle zone della guerra nell’Ucraina dell’Est. Oppure c’è un articolo che racconta del nuovo tipo di protesta civile che si sta sviluppando nei quartieri di Mosca. Continueremo ad offrire gli articoli di pensatori della tradizione ortodossa, dei grandi filosofi e letterati orientali. Una delle novità maggiori è la presenza di alcuni blog di commento.

Chi sono i blogger?
C’è la grande poetessa moscovita Olg’a Sedakova, il sacerdote ortodosso Vladimir Zelinskij, la filologa di Mosca Svetlana Panic, la docente alla Facolta di giornalismo di Mosca Tat’jana Krasnova e il poeta ed editore bielorusso Dmitri Strotsev.

Altre novità?
Abbiamo iniziato a sottotitolare dei brani di video-interviste realizzate da emittenti russe. Ci pare un buon modo per avvicinare i nostri lettori al mondo culturale di questi Paesi.

Uno strumento nuovo per una rivista che ha una grande storia...
Il primo numero era datato gennaio 1960. Allora la rivista si chiamava Russia cristiana ieri e oggi. Il titolo di per sé era già un programma, perché in quegli anni nell’Unione Sovietica, ma anche in Italia, era completamente fuori moda parlare di Russia. Il concetto di Russia sembrava esser stato inghiottito da quello di Unione sovietica. Non parliamo di quell’aggettivo “cristiana”: il cristianesimo là non doveva esistere più. Poi quel “ieri e oggi” stava ad indicare che si voleva andare a pescare in una tradizione ricchissima che era ancora presente, nonostante la politica antireligiosa del regime facesse di tutto per nasconderla. Era l’impostazione di monsignor Enrico Galbiati e padre Romano Scalfi.

Un lavoro da pionieri.
Per la prima volta in occidente venivano pubblicati autori come Pavel Florenskij, Nikolaj Berdjaev, Sergej Bulgakov. Si presentava la ricchezza e la bellezza della liturgia orientale. Si parlava del concetto ortodosso di sobornost, conciliarità. Poi, negli anni Settanta, abbiamo iniziato a seguire la vicenda del samizdat e del samizdat cristiano. Non tutti amavano quello che facevamo, padre Scalfi ogni tanto ricorda il caso di una lettera pubblicata su una rivista cattolica in cui un lettore ci accusava di inventarci tutto e che in Russia non esisteva nessun dissenso.

Cosa è successo con la caduta del comunismo?
Il contesto era completamente cambiato e abbiamo deciso di cambiare nome alla rivista che diventò L’altra Europa, anche perché il nostro interesse si era allargato agli altri Paesi dell’Est in cui stavano accadendo tante cose interessanti. Durò poco, perché ci siamo presto resi conto che quella testata non andava più bene...

Perché?
Perché quella parte d’Europa cominciava a non essere più tanto “altra”, ma era diventata sempre più simile alla nostra. I problemi iniziavano ad essere gli stessi, insomma, la crisi dell’uomo era arrivata anche lì come da noi e iniziava ad avere ricadute anche politiche. Così ci inventammo questo La Nuova Europa. Poi negli ultimi due anni, a partire dai fatti in Ucraina, la storia ha di nuovo iniziato a correre e abbiamo sentito la necessità di uno strumento che potesse restare al passo con quello che stava succedendo. Anche perché le distanze si sono accorciate, anche se la difficoltà a conoscersi resta sempre grande. E un sito come questo può essere utile a un lavoro che, pur cambiando, rimane lo stesso nello spirito di 55 anni fa.

www.lanuovaeuropa.org