Confine: soglia o barriera?

I Dialoghi di Vita Buona è l'iniziativa di una città che si unisce, per alimentare il dibattito sul momento storico che stiamo vivendo. L'appuntamento è fissato per il 2 marzo, con il cardinale André Vingt-Trois, Monica Maggioni e Gianfelice Rocca
Letizia Bardazzi

Un'idea nuova, dove le parole, i dibattiti, i tanti twitter quotidiani, i video e le interviste diffuse sui social danno vita a un processo culturale sul territorio. Per dire cosa? Per metterci davanti al momento storico che stiamo vivendo e per rispondere al desiderio di senso e di direzione della vita di ogni uomo, in modo laico.

Questo sono i Dialoghi di Vita Buona. «Un'iniziativa che è accaduta», ha detto il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. I Dialoghi non sono stati programmati a tavolino, ma sono nati dall’incontro fra i tanti membri del comitato scientifico, uomini appassionati della loro città, di diverse visioni, fedi e provenienza, che hanno deciso di confrontarsi e di raccontarsi un aiuto a vivere nella propria Milano così segnata dalle profonde trasformazioni del nostro tempo.

Fra i nomi del Comitato scientifico dei Dialoghi si trovano Massimo Cacciari, Paolo Magri, Sergio Escobar, Aldo Bonomi, Gianfelice Rocca, Paolo Martinelli, Giuseppe Guzzetti, i rettori delle università milanesi, i rappresentanti di altre fedi, giornalisti, professori, teologi. Tutti uomini certi che solo nell’approfondimento di una unità sia possibile rispondere alla molteplicità dei bisogni e dei desideri dei cittadini della Milano europea e plurale, per trovare strade di vita buona e modi di convivenza costruttivi.

La parola chiave dei Dialoghi è "confini": «Un limen, che vuol dire soglia, "porta" da cui si entra e si esce, o limes, che indica una barriera? Senza ridurre la complessità, siamo obbligati a decidere se confine è limen o limes, soglia o barriera, luogo dove ci trinceriamo o deve arriva lo sguardo, la volontà e il desiderio». Così, Massimo Cacciari ha lanciato il grande tema dei confini.

Il processo dei Dialoghi di Vita Buona è iniziato il 24 novembre 2015 con Massimo Cacciari, Paolo Magri e Pierangelo Sequeri sul tema "Migrazioni". Ed ha messo a tema la necessità che l’Europa prenda coscienza dei suoi nuovi abitanti e non costruisca muri. Può oggi la Milano dei 13mila rifugiati accolti in un anno essere la solita che, dal 1955 al 1960, ha accolto 400mila immigrati, edificando interi quartieri come Qt8 o il Gallaratese?

Il secondo appuntamento è atteso il 2 marzo alle 20.30 al Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6, Milano). L'Arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois, il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, la presidente della Rai, Monica Maggioni, e il pro-rettore dell'Università Cattolica, Francesco Botturi, nel ruolo di moderatore, discuteranno sul tema: «Le cose che abbiamo in comune», con riferimento alla società odierna, meticcia e multietnica.
«Se non persegue il bene comune, una società si disgrega o finisce preda di conflitti, fino alla guerra civile», dice Botturi, anticipando il tema del 2 marzo. «L’idea di bene comune è più basilare, perché riguarda piuttosto l'essere-insieme degli attori sociali: gli amici possono avere cose in comune, ma il loro bene comune è lo stesso loro stare insieme, l'amicizia».

Ogni soggetto chiamato in causa partecipa attivamente a tutta l’iniziativa. I centri culturali della metropoli milanese e le associazioni coinvolte prendono parte alla conduzione delle serate alimentando il dibattito (facendo circolare temi e tesi, interviste, brevi testi che i relatori dei convegni anticipano attraverso la rete), e rifletteranno su ciò che emerge da esso (cercando di riprendere le considerazioni emerse e dipanando in altre conferenze e incontri i punti del dialogo nel corso delle serate).
Non si tratta, infatti, di eventi a sé stanti o di talk show che suscitano emozioni, ma di processi che creano cultura, a cui molte realtà partecipano grazie al dinamismo della rete, dando vita al dibattito, riprendendo i contenuti, stimolando la riflessione e l'approfondimento delle tesi dei relatori. È come un dibattito permanente che prosegue su Twitter, Facebook, Google+, Instagram e Youtube. A cui partecipano anche tutti i centri culturali del territorio ambrosiano, invitati a proporre eventi in preparazione alle serate principali. Un'occasione di ripresa e di rilancio delle grandi tematiche dei Dialoghi di Vita Buona, allo scopo di andare in profondità, e far pensare.

«Non è forse questo il compito di un centro culturale?», aveva ricordato il vicario episcopale monsignor Luca Bressan, incontrando l’Associazione Italiana dei centri culturali, chiedendo loro di diventare un moltiplicatore sul territorio dei "Dialoghi di Vita Buona". Il centro culturale è grande facilitatore nell'affronto delle tematiche più preziose, un grande interruttore che accende il cervello e permette alle persone di pensare. Una sorta di "settimana enigmistica" della fede...

Per informazioni: www.dialoghidivitabuona.it