Pesaro, Piazza del Popolo.

Cosa basta a cambiare la storia

«Qual è il contributo che abbiamo da offrire?». La comunità di CL marchigiana ha organizzato una visione pubblica di "Riconoscere Cristo", con politici, imprenditori e cittadini. E, dalla sala del Consiglio comunale, molti hanno portato a casa il dvd
Giovanni Giardina

«Grazie del contributo che avete voluto condividere con noi e che non avete tenuto per voi». Sono le parole pronunciate venerdi 22 aprile dal Presidente del Consiglio comunale di Pesaro, Luca Bartolucci, che fa gli onori di casa in occasione della proiezione di Riconoscere Cristo. Una proiezione che da fuori potrebbe sembrare "per le autorità", ma dietro ad ogni invito c'è un incontro, e insieme una bella storia di stima e di curiosità. Insomma, storie che nascono vivendo la vita tutti i giorni. Anche chi non è riuscito a venire ha detto: «La sensibilità di questo invito non rimane inosservata!».

La sala del Consiglio comunale è senza un posto libero, gremita di esponenti non solo della politica, ma anche del mondo scolastico, di quello ecclesiale - con l'Arcivescovo Piero Coccia in prima fila -, imprenditoriale, ospedaliero e tanti altri. Tutti a incontrare personalmente don Giussani, in quello che per tanti è stato un primo "faccia a faccia".

«Qual è il contributo che abbiamo da offrire?», chiede Mauro Zagaria, responsabile di CL locale, introducendo la proiezione: «Non abbiamo altro da offrire che quello che abbiamo incontrato, attraverso il carisma di don Giussani». Poche le parole iniziali, giusto il tempo di sottolineare l'opportunità del luogo: «Grazie per averci chiesto di riunirci in questa sala», aggiunge il Presidente: «La fede non è solo un elemento personale, ma è occasione di incontrare e aiutare l'umanità verso un orizzonte comune».

Poi luci spente e religioso silenzio, tutti incollati ad ascoltare un vecchio sacerdote che ti lascia spiazzato sia quando ti fa immergere negli anni di Gesù e degli apostoli, sia quando prepotentemente ti riporta alla compagnia di Cristo nella vita di un malato di Aids.

Al riaccendersi delle luci, i volti sono ancora attenti e segnati: dopo qualche breve avviso si rompono le righe, ma tutti hanno in mano la loro copia di Tracce con allegato il dvd. Certo, tra averlo e guardarlo, a volte pensiamo ci sia di mezzo un mare.

Ma non lo pensano le persone che incontriamo, come testimonia quello che succede fuori da una scuola, nell'attesa di recuperare un numero imprecisato di figli, un padre, al telefono, viene interrotto da una persona presente alla proiezione del giorno precedente: «Sai cosa ho fatto ieri sera? Appena sono tornato a casa ho scartato Tracce, ho inserito il dvd e l'ho guardato con la mia famiglia!» Uno schiaffo a tutte le volte che pensiamo che ciò che abbiamo incontrato non sia sufficiente a cambiare la storia.