i Cavalieri di Colorado e California in vacanza a Lyons.

«Non ci basta l'universo»

Quaranta ragazzini delle medie a Lyons, sulle montagne del Colorado, per la vacanza dei Cavalieri di Denver. E, per la prima volta, una decina di loro dalla California. La scoperta di un'amicizia che brucia 1500 chilometri di distanza
Paola Ronconi

The things that I see… È uno dei ritornelli più cantati a Lyons, alla vacanza dei Cavalieri del Graal del Colorado, dal 25 al 29 luglio. Dieci di loro arrivano per la prima volta dalla California, dalla South Bay Area, vicino a San Francisco. Fil rouge dei cinque giorni, i versi di Eugenio Montale: «Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: “più in là”». “Further further”… Più in là.

«Siete stati invitati e avete risposto “sì”», dice ai Cavalieri don Accursio Ciaccio (per tutti “father Accu”), sacerdote della San Carlo di stanza a Broomfield (30 chilometri da Denver) e responsabile dei Cavalieri: «Vi prometto che se continuerete a dire “sì” in questi giorni, vedrete cose molto più belle delle montagne e del cielo… Troverete qualcosa di molto più grande...».

Per i californiani, arrivare fin qui non è stato facile, due ore d’aereo e una gran spesa. «Ma alcuni ragazzi che non potevano venire in vacanza hanno impugnato spugna e sapone per lavare le auto e aiutare i loro amici a raccogliere i soldi», racconta Andrea Battistoni, ricercatore di Stanford e uno dei responsabili della compagine di San Francisco. Anche una raccolta fondi online ammortizza un bel po’ i costi. Molte le donazioni dall’Italia, molte quelle anonime, come quella di “Batman”, “King Arthur”, “Barack Obama”, “Simon&Garfunkel”... O quella di 1000 dollari di tale “XXXYYY”. That’s America!























Al Peacefull Valley ranch di Lyons, quei 1.500 chilometri di distanza tra le rispettive città, vengono presto annullati: anche con qualche stratagemma, ogni giorno si fa l’appello, e se quello dopo di te non c’è, devi dire il suo nome e… dov’è. A tavola, i californiani prendono un tavolo a parte, ma da subito si intrufola qualcun altro, «Questi volevano davvero conoscerci, sapere chi siamo, perché eravamo lì», dice Alan. «Neanche coi compagni di scuola si raggiunge questa familiarità in poco tempo», dice Nancy. Siamo molto lontani da quel politically correct made in Usa.

Piano piano, tra gite, preghiere, canti si intrufola un modo sconosciuto di stare insieme, giocare, perfino di barare… «Una sera, giocone nel bosco», racconta Andrea. «Ma facciamo troppo chiasso, arriva la polizia. Pur di continuare a giocare, i ragazzi decidono di farlo in silenzio. Hai mai visto dei dodicenni rincorrersi stando zitti?!».
























«Che cosa hai visto oggi?», father Accu invita ogni mattina a tenere a mente questa domanda: «Quando in gita abbiamo raggiunto la cima di una montagna, si vedeva tutto il Colorado», racconta John: «D’improvviso abbiamo fatto tutti silenzio. Così ci siamo accorti di un cervo lì accanto, della bellezza della montagna nonostante la fatica del cammino, di Qualcosa che bussa al nostro cuore mentre stiamo per addormentarci». «Voglio vivere tutta la vita questo silenzio», dirà l’ultimo giorno all’assemblea.

Una sera Giacomo, astrofisico amico di Battistoni, tiene una lezione sulle stelle. Si esce anche a guardarle. «Se vi dovessero chiudere in una stanza, cosa portereste con voi?», chiede father Accu il mattino dopo. I ragazzi rispondono, ciascuno con la loro idea. Ma si accorgono non basterebbe nulla. Luke, seconda media: «Neppure l’universo, le stelle che abbiamo visto ieri sera».























Velocemente passano i giorni, finisce la vacanza, un po’ di nostalgia c’è, per «lo straordinario di questa settimana», dice father Accu: «Si chiama Gesù. Lui è sempre con voi. Se Lo vedete, ditelo anche agli altri, se non Lo riconoscete, mendicatelo». Questa è la regola del Cavaliere.

Ma la domanda insiste, anche una volta a casa: che cosa hai visto oggi? «La bellezza, la stessa che ho visto quando sono andato a Roma da papa Francesco con i Cavalieri italiani», dice Alice. Mi sembra che Gesù abbia voluto mostrarmi una cosa così bella, e ora mi sta dicendo: “Se è stato possibile lì, è possibile anche qui, in California, dove tu vivi ora!”».

Mark: «Come dice la volpe al Piccolo Principe: ora “il grano, che è dorato come i tuoi capelli, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...”, perché quando sei addomesticato, tutto ti ricorda di quello che ti ha addomesticato. Diventa un passo familiare, di cui non avere paura. E tutto ora ci parla di quegli amici incontrati in Colorado».