Esercizi della Fraternità: l'introduzione di venerdì sera

Gli appunti dall'introduzione agli Esercizi spirituali, intitolati: «Il mio cuore è lieto perché Tu, Cristo, vivi» (Rimini, 28 aprile). Il libretto completo sarà allegato al numero di Tracce in uscita a inizio giugno
Julián Carrón

«Che la preghiera non sia un gesto meccanico», ci diceva don Giussani. Dunque, «erigiamo la nostra coscienza, risvegliamo la nostra responsabilità! […] Tutto il mondo è come sotto questa cappa di piombo, che è la dimenticanza dello scopo per cui uno si sveglia al mattino, riprende le cose, riprende in mano se stesso. L’impatto che tutte le cose hanno sull’uomo è quello di dirgli: “Svegliati […]”. […] Mio Dio, come dovrebbe essere questa la riscossa di ogni mattina! E, invece, è una greve dimenticanza ciò che squalifica dall’inizio, normalmente, le nostre giornate, anche se poi sono piene di attività. […] Quando ci raccogliamo insieme, è per riguardare verso la luce […] [per riprenderci da questa dimenticanza, per] non permettere che l’uomo vicino a noi pianga, solo e senza orizzonte. […] Così, in questo momento, la nostra testa può emergere dalla nebbia normale, che di solito la copre: riprendiamo coscienza, riprendiamo responsabilità per noi e per le cose, per amore di noi e per amore del sole, per amore di noi e per amore degli uomini. […] Da noi dipende che sia desta nel mondo e sussista questa compagnia, questa possibilità di compagnia, che abolisce l’estraneità tra me e te, tra l’uomo e l’altro uomo, e permette che le cose siano utili, il tempo sia utile».
Chiediamolo con tutta la consapevolezza di cui siamo capaci...

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