Czestochowa 2017. Il messaggio di Julián Carrón
«Tenere fisso lo sguardo sulla Madonna vi aiuterà a riconoscere l’essenziale. Immedesimatevi con il suo cammino». Alla vigilia dell'annuale pellegrinaggio di maturati, laureandi e neolaureati di CL (3-14 agosto) le parole del Presidente della FraternitàCari amici,
è bellissimo che abbiate a disposizione i giorni del pellegrinaggio per rinnovare la memoria di Cristo compagno di strada. E se in qualche momento vi prenderà la stanchezza, come accade in tutte le vicissitudini del vivere, non vi scoraggiate, ma branditela per una riscossa del vostro cuore, come un’occasione per approfondire la consapevolezza del vostro vero bisogno: «Il bisogno di Lui» (papa Francesco, Lettera a Julián Carrón, 30 novembre 2016). Così potrete vedere esplodere in voi la gratitudine perché Lui non vi abbandona. Solo per questo andate dalla Madonna, invece di preferire una settimana in spiaggia. Qual è la differenza tra gli altri giovani e voi? Il fatto che voi sareste più bravi di loro? No. Solo il cammino che avete fatto in questi anni di scuola o di università vi distingue da loro. Quanti pensano di cavarsela da soli con i loro progetti sul futuro non hanno da ringraziare né da domandare. Voi no; già il desiderio di partecipare a questo gesto dice come il cammino che avete fatto vi ha mostrato che «l’uomo non vive solo di pane», né si accontenta di avere un lavoro o la morosa, perché ha bisogno di altro affinché la vita sia “vita”.
Quante cose vi sono capitate in questi anni! Per questo andare a Czestochowa per ringraziare sarà una festa. Quanti ricordi! «In quei giorni. Mosè parlò al popolo dicendo: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni”» (Dt 8,2). Sembra scritto per voi: la prima parola per il cammino è un invito a fare memoria. Non occorre immaginare niente, ma ricordare. Che cosa? Tutto quanto ti è successo. Perché? Perché così potrai essere ancora più grato. Infatti, chi ringrazia di più? Chi meno si dimentica di ciò che ha ricevuto. Chi non si rende conto di avere ricevuto un regalo, non ha alcun desiderio di ringraziare. In Spagna c’è un detto: «Lo olvidado, ni agradecido ni pagado», di ciò che si dimentica, né si ringrazia, né lo si restituisce. Se io faccio un prestito a un amico e questi se ne dimentica, non mi ringrazia per quello che gli ho dato e non me lo restituisce. Poiché Cristo non ci chiede alcuna restituzione, allora possiamo ringraziarLo molto di più, ma solo se ce ne ricordiamo.
Quante difficoltà avrete dovuto attraversare in questi anni! È stato così anche per il popolo di Israele, che nel deserto ha vissuto umiliazioni e prove. Perché il Signore lo ha permesso? «Per sapere [veramente] quello che avevi nel cuore. (…) Ti ho nutrito di manna», dice Dio, «ti ho sostenuto durante il cammino, non ti ho lasciato da solo come un cane nel deserto, in mezzo a tutte le vicissitudini di quel lungo pellegrinaggio». Anche voi potete ricordare come Cristo vi ha accompagnato lungo la strada e vi ha nutrito, vi ha sostenuto in un modo «che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto». Qual era lo scopo del cammino in compagnia di Cristo, in mezzo a tutte le vicissitudini del vivere? Che tu capissi! Che cosa? Che «l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,2-4). E come sai che hai camminato veramente? Se è cresciuta in te la coscienza di che cosa desideri veramente. Tante volte ci accontentiamo delle briciole per non aver compreso di che cosa abbiamo bisogno per vivere.
Il Mistero ti ha preparato al futuro attraverso un cammino, per non ripetere le stupidaggini che hai fatto e per non cercare la risposta dove non la puoi trovare. Perciò se tu non fai memoria e se non impari da quello che ti è capitato, cioè che Dio ti ha «condotto in questo deserto grande e spaventoso» (Dt 8,15) - che a volte possono essere le nostre giornate -, non puoi capire la portata dell’avere incontrato Cristo e la promessa contenuta nelle Sue parole: «Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita». E ancora: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue […] ha la vita eterna», dice Gesù, cioè comincia a sperimentare qualcosa che permane nel futuro, una vita che dura. Infatti, «come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me». Gesù vi invita a fare un cammino affinché diventi vostra la modalità del rapporto che Lui vive con il Padre. «Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre» (Gv 6,53-56). Dall’interno della vostra esperienza imparerete anche voi a vivere come figli, perché solo «colui che mangia me vivrà per me» (Gv 6,57), dice Cristo. Di quale altra cosa abbiamo bisogno per affrontare il domani se non di questa promessa? Tutto, se vissuto nella compagnia di Cristo, sarà per voi. Altrimenti sarà veramente logorante vivere, anche se uno “becca” il lavoro, la donna o l’uomo giusto e se il futuro gli sembra a portata di mano.
Adesso tocca a voi, io vi ho dato una traccia per il cammino che nessuno può fare in vece vostra. Il pellegrinaggio è per imparare a obbedire e per scoprire che cos’è la vita in Sua presenza.
Tenere fisso lo sguardo sulla Madonna vi aiuterà a riconoscere l’essenziale. Immedesimatevi con il suo cammino, che le ha fatto capire sempre di più qual era la natura del proprio io. Perché la Madonna è l’emblema della creatura nuova, a cui noi desideriamo sempre di più avvicinarci come impostazione e come esperienza del vivere. Perché lei ha capito chi le riempiva il cuore, chi era suo Figlio e qual era la portata di suo Figlio nella sua vita. Che coscienza doveva avere del fatto che tutto si giocava nel rapporto con suo Figlio! Per questo la Madonna è la figura che possiamo avere negli occhi camminando, non soltanto come meta da raggiungere, ma come una presenza lungo il cammino, per domandarle: «Tu come hai fatto? Come hai fatto quando hai visto come trattavano tuo Figlio? Come hai fatto quando hai dovuto affrontare certe situazioni in cui si è trovato tuo Figlio?».
Immaginate di vivere il cammino come ha fatto lei! Non è solo una presenza a cui chiedere, ma soprattutto una presenza con cui immedesimarsi per sperimentare la compagnia di Cristo mentre si svolge il cammino. Come quando lei Lo portava nel grembo e non poteva svegliarsi la mattina senza rendersi conto dell’essere nuovo che diventava lei stessa. E poi quando Gesù nasce, arrivano i pastori e tutti restano allibiti di quello che è accaduto. E quando il bambino si perde e lo trovano nel tempio, e lei non capisce tanto è un mistero la Sua vita; e poi quando cominciano i guai, fino alla fine. Alla Madonna non è stato risparmiato nulla. Eppure nessuno ha vissuto come lei in questa familiarità con Cristo. Dice don Giussani: se non è così anche per noi, «noi non conosciamo - nel senso biblico del termine - Cristo» (Una strana compagnia, Bur, Milano 2017, p. 89). Non che non sappiamo niente di Cristo come formula, come definizione, come dati della Sua vita; non lo conosciamo nel senso biblico: come uno conosce la persona amata.
Insieme alla Madonna può crescere anche in voi la familiarità con Cristo e quella tra di voi, che contagerà gli altri attorno a voi. Imparerete - come dice il Papa - che cosa significa essere «una Chiesa in uscita», altro che chiudersi nel gruppetto dei soliti amici! Il pellegrinaggio è per vivere la tensione a condividere tutto con gli altri giovani che incontrerete. E questo vi potrà aprire a rapporti stupendi.
È questa la bellezza e l’aspetto educativo del pellegrinaggio: se uno vede che Cristo vince nel presente, questo è ciò che gli consente di affrontare il futuro. Chi preferisce andare al mare lo imparerà dopo; non gli viene risparmiato. Queste cose o uno le impara prima, o le impara dopo, ma le deve imparare comunque.
Ricordatemi davanti alla Madonna.
Julián Carrón
Il messaggio di Carrón per Czestochowa 2017 (PDF)
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