La città spagnola di Lugo, in Galizia

Spagna. Una storia che non si è fermata

La biografia di don Giussani in spagnolo è stata presentata a Lugo, in Galizia, con un incontro tra il Vescovo locale, monsignor Alfonso Carrasco, e l’italiano Claudio Bottini, tra i responsabili di CL
Alfonso Calavia

«Il cuore della nostra proposta è l’annuncio di un avvenimento accaduto, che sorprende gli uomini allo stesso modo in cui [accadde] duemila anni fa.» Questa frase di don Giussani è rimasta impressa nella mente e nel cuore di Claudio Bottini, Un responsabile di CL italiano qualche giorno fa è statoi in Galizia, accompagnato da alcuni amici, per partecipare alla presentazione della biografia del fondatore di Comunione e Liberazione, Luigi Giussani. Su vida, assieme al Vescovo di Lugo, monsignor Alfonso Carrasco.

«La storia di don Giussani non si è fermata, e questa sera ne è un esempio», ha detto subito Bottini. «Il cristianesimo si comunica da persona a persona, di gioia in gioia, da carità a carità». Ricordando i momenti di vita condivisi con don Giussani, ha poi sottolineato che «la cosa più decisiva per me è stata il vedere in lui che la fede c’entrava con tutto». Dal suo modo di leggere Leopardi, divenuto per lui un vero compagno di strada, al suo modo di essere presente in classe. «Quando sentì Gaetano Corti dire che il Verbo si è fatto carne, comprese che nessun istante era banale. Questo continua ancora a commuovermi, dopo quarant’anni di esperienza nel movimento, e ha segnato la mia umanità».

«Perché esistono i movimenti?», ha esordito monsignor Carrasco: «Dio ci invia persone con una grazia particolare per arricchire la vita della Chiesa». Il Vescovo di Lugo ha poi affrontato l’attuale situazione di crisi, di un mondo in rapida trasformazione, e ha affermato che «gli uomini sono sempre meno inclini alla novità. Oggi vi sono sfide che necessitano di risposte nuove. Che idea ha del cristianesimo tante volte un ragazzo di parrocchia? Penserà che è una cosa buona per i suoi nonni. Ma a lui non dice nulla. E probabilmente accade così anche nelle nostre chiese».

La presentazione di ''Luigi Giussani, su vida''

Carrasco ha insistito sul fatto che «la fede è possibile grazie a una Presenza viva che ti interroga. È questo che dobbiamo imparare di nuovo». Ma per imparare di nuovo qualcosa che si potrebbe dare per scontato, è necessario fare un lavoro di paragone con la propria esperienza. «La mia fede mi cambia? Se non cambia me, perché dovrebbe interessare a un altro? È un’amicizia. Una compagnia. Senza di questo la fede diventa profondamente irreale».

Riguardo al carisma e alla storia di don Giussani, il Vescovo ha detto ancora: «C’era davvero bisogno di CL. Era necessario poter vedere con i propri occhi che la fede non è una dottrina, ma ciò che fa vivere l’uomo». Nella persona del fondatore di CL, Carrasco identifica l’urgenza di «tornare a vivere come cristiani, tornare a comprendere la grandezza della fede, e quanto essa sia decisiva per la vita, quando tutto in questo mondo sembra affermare il contrario. Per Giussani, quando parlavi con lui, c’eri solo tu. La persona era la cosa più importante. Come per Gesù. Questo dobbiamo poterlo vivere nuovamente, e ciò succede solo quando accade in qualcuno qui e ora».

Per il Vescovo di Lugo questo libro, questa biografia, contiene una grande novità per tutto il programma pastorale: «Se manca la mia persona, finiamo per impartire solo delle lezioni. Nella vita pastorale, in molte occasioni, riponiamo la nostra speranza negli strumenti e nelle analisi, ed è giusto così, ma tutto ciò non può sostituire le persone. Le analisi non generano umanità. Senza di noi gli strumenti non servono, finiscono in nulla». Il programma del cristiano potrebbe essere così riassunto: «Seguiamo quello che costruisce la nostra persona».