Messico. Il documento di CL per le elezioni

Il 1° luglio si voterà per eleggere Presidente e Parlamento. Il clima è infuocato. Ma il terremoto del 2017 ha mostrato qualcosa di nuovo. Si può ripartire da lì. E dalle parole di Francesco

Dove riponiamo la nostra speranza?
Il Messico sta vivendo delle elezioni di grande importanza: eleggeremo il nuovo Presidente della Repubblica e si rinnoverà il Congresso dell’Unione – composto dalla Camera dei Deputati e dal Senato – in un contesto caratterizzato da una profonda crisi di violenza, disuguaglianza, esclusione, corruzione e impunità.

Questa competizione elettorale è caratterizzata dallo scoraggiamento e dalla stanchezza dei messicani di fronte all’incapacità dei politici di rispondere alle sfide del Paese e al desiderio di un cambio di rotta. Potremmo aggiungere che le proposte dei candidati e dei loro partiti in questa contesa presentano luci e ombre; in tutti ci sono accordi e coalizioni che contraddicono i rispettivi ideali, il che non rende molto chiaro quale tipo di governo ci toccherà, a prescindere da chi vincerà.

In questo scenario complesso ci si pongono domande fondamentali: da dove partiamo per partecipare a queste elezioni? Che cosa c’è in gioco? E dove riponiamo la nostra speranza?

Il punto di partenza
In questo momento è molto facile ridurre la nostra partecipazione politica al processo elettorale, e pensare che tutto inizia e termina con il voto. Questa mentalità ci porta a cadere nelle dinamiche della propaganda e della difesa di singoli progetti, non solo nei media e nei social network, ma anche negli ambienti e nei luoghi di incontro, come la casa, la scuola, il lavoro, i bar.

Si consumano energie inutilmente cercando di convincerci l’un l’altro che ciò che crediamo sia la cosa più vera e più utile per il Paese, e questo spesso ci porta a conflitti, confusione o stanchezza, ma ci aiutiamo ben poco a riconoscere qual è il punto di partenza per giudicare questa circostanza o qualsiasi altra.
Di fronte alle sfide che il nostro Paese sta affrontando, cosa ci permette di dare vita a una politica che non finisca per servire determinati gruppi di potere o interessi particolari? Come possiamo garantire che essa non condizioni la libertà delle persone con un protezionismo astratto?

Durante il terremoto del 19 settembre 2017, è stato impressionante il senso di solidarietà, collaborazione e affetto tra tutti i messicani. tutti abbiamo unito le forze per superare questa crisi

Abbiamo bisogno che emerga con forza la memoria collettiva dei messicani, che esiste e ha radici profonde, come abbiamo potuto “toccare con mano” durante il terremoto del 19 settembre 2017. In tale occasione è stato impressionante il senso di solidarietà, collaborazione e affetto tra tutti i messicani. Nelle strade abbiamo visto come, per un momento, non c’era più disuguaglianza né esclusione: tutti abbiamo unito le forze per superare questa crisi.

Il ricordo di questo fatto può essere un punto di partenza che ci aiuta a far crescere la nostra speranza e a riconoscere che nel cuore e nella coscienza dei messicani è radicata questa capacità di vivere e di fare esperienza del bene comune. È un frutto dell’evangelizzazione che agisce ancora tra noi. Non è irrilevante il fatto che i luoghi dove l’opera evangelizzatrice non è riuscita a radicarsi pienamente sono proprio quelli dove si registrano i problemi più gravi e complessi di violenza. Per questo l’esistenza della comunità cristiana è un fattore decisivo affinché questa identità sia sempre più familiare e sperimentabile nel quotidiano.

È fondamentale insistere qui sull’esistenza di una “emergenza educativa”

In questo senso i membri della Chiesa hanno una grande responsabilità nel contribuire a risolvere le sfide che affrontiamo. Il nostro compito è costruire luoghi e ambiti dove prevalga il bene di tutti, anziché gli interessi individuali.

Abbiamo un grande tesoro che oggi è segno di unità, comunione e opere. La comunità cristiana continua a essere questo luogo dell’abbraccio ai più poveri e bisognosi, non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello esistenziale; ed è per questo che il Papa continua a chiederci di essere una Chiesa in uscita.

Abbiamo un grande tesoro che oggi è segno di unità, comunione e opere

L’educazione della persona
Nell’arena politica messicana, soprattutto in quest’ultimo periodo, abbiamo assistito all’attuazione di varie riforme, considerate strutturali, realizzate con l’intento di migliorare le condizioni di vita dei messicani. Questo tipo di riforma presenta sempre aspetti positivi e negativi assieme, che oggi sono una parte importante del dibattito elettorale. Non è nostra intenzione approfondire l’argomento, tuttavia desideriamo affermare che non esiste riforma o struttura politica che possa porre fine ai mali di un Paese. Al contrario, è necessario che nasca un soggetto che – con tutta la propria libertà e ragione – sia capace di guardare la realtà in un modo più vero. In questo senso, il fallimento o il successo di qualsiasi politica statale passa inevitabilmente attraverso la responsabilità e la libertà delle persone.

Per questo motivo è fondamentale insistere qui sull’esistenza di una “emergenza educativa”, in modo che al centro del dibattito, delle proposte e del dialogo dei diversi soggetti sociali vi sia sempre il tentativo di contribuire alla creazione delle migliori condizioni per un’educazione dell’uomo che rispetti il valore della persona e la sua libertà.

Conoscenza e non reattività
Da ultimo, è importante che di fronte al voto ci aiutiamo a superare la reattività, per poter usare correttamente la ragione.

Per far questo dobbiamo coinvolgerci in prima persona per conoscere le proposte o i progetti dei partiti politici, così come le persone che intendono rappresentarci.
È decisivo che siamo attenti a riconoscere con semplicità dove troviamo una simpatia o una corrispondenza con i nostri ideali (famiglia, educazione, lavoro). Don Giussani – il fondatore di Comunione e Liberazione – ci ha sempre educato a giudicare a partire «da ciò che esiste e non da ciò che manca». È vero che mancano molte cose, ma come cristiani siamo sempre chiamati a fare un lavoro personale. In questo caso ci viene suggerito di riflettere in silenzio, perché il prossimo 1° luglio, e soprattutto dopo le elezioni, diamo seguito al compito che Papa Francesco ci ha indicato nel suo discorso al Palazzo Nazionale [di Città del Messico] il 13 febbraio 2016: «Ai responsabili della vita sociale, culturale e politica, compete in modo speciale lavorare per offrire a tutti i cittadini l’opportunità di essere degni protagonisti del loro destino, nella famiglia e in tutti gli ambiti nei quali si sviluppa la socialità umana, aiutandoli a trovare un effettivo accesso ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazione adeguata, lavoro degno, alimentazione, giustizia reale, una sicurezza effettiva, un ambiente sano e pacifico.

«Ai responsabili della vita sociale, culturale e politica, compete in modo speciale lavorare per offrire a tutti i cittadini l’opportunità di essere degni protagonisti del loro destino» Papa Francesco

Questo non è soltanto una questione di leggi che richiedono aggiornamenti e migliorie – sempre necessarie –, ma di una urgente formazione della responsabilità personale di ciascuno nel pieno rispetto dell’altro come corresponsabile nella causa comune di promuovere lo sviluppo della Nazione. È un compito che coinvolge tutto il popolo messicano nelle sue varie istanze, sia pubbliche sia private, collettive come individuali».

Comunione e Liberazione Messico