Luigi Giussani, "La convenienza umana della fede" (Bur)

Carrón: «Dio non è un concetto astratto, è accaduto nel mondo»

In libreria dal 19 giugno per Rizzoli, "La convenienza umana della fede", una raccolta di testi di don Giussani. Il "Corriere della Sera" ha anticipato un estratto dalla prefazione di don Carrón
Julián Carrón

La fugacità del vivere, la caducità dell'uomo, è uno dei temi ricorrenti, nella riflessione e nella poesia di ogni tempo. Si legge nell'Iliade di Omero: «Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva fiorente le nutre al tempo di primavera; così le stirpi degli uomini: nasce una, l'altra dilegua».

È difficile che l'uomo, ognuno di noi, pur nella distrazione in cui possono finire le sue giornate, sfugga prima o poi a questa esperienza elementare del vivere. Israele non ha fatto eccezione.

Dice Isaia: «Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria è come un fiore di campo. Secca l'erba, il fiore appassisce (...). Veramente tutto il popolo è come erba che dissecca». E il Salmo 90 ribadisce: «Ai tuoi occhi mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte, (...) come l'erba che germoglia; al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca».

È talmente comune questa esperienza di nullità e di fragilità, osserva don Luigi Giussani, che rappresenta, di fatto, «il primo sentimento, il primo pensiero riflesso che l'uomo può avere su di sé. Siamo come foglie al vento». A questo senso di inconsistenza ultima non sfuggono nemmeno i rapporti tra gli uomini, che infatti «hanno il sigillo di questa fragilità incommensurabile; tutto, mentre lo stringi, fugge, tutto ti dice addio»...