Giovani universitari

La sintesi di Julián Carrón al centro nazionale del CLU

La lezione tenuta ai responsabili degli universitari il 9 giugno 2018
Julián Carrón

Abbiamo tutti colto questa mattina la portata della sfida che la familiarità con Cristo rappresenta per ciascuno di noi. Chiedeva il nostro amico all’inizio: come arrivare a riconoscere questa «faccia ultimamente singolare», che ha «dei tratti inconfondibili anche con quelli che Lui stesso ha creato come segno di sé» (L. Giussani, L’attrattiva Gesù, Bur, Milano 2001, p. 148)? Questa è la questione decisiva. E aggiungeva che quello che lo stupiva è che proprio il rapporto personale con Cristo era l’origine dichiarata di una letizia che vedeva in alcuni amici attorno a sé.
Il percorso che abbiamo cercato di fare questa mattina ci ha aiutato a capire di più in che cosa consiste questa familiarità. Già dai primi interventi è emerso che questa familiarità non accade in astratto, fuori dalla realtà, ma davanti ai nostri occhi, grazie ai fatti che succedono. Certi fatti ci introducono a qualcosa d’altro, ci rimandano alla Sua presenza. Come è accaduto di riscoprire a chi è intervenuto per primo e ci ha raccontato del dialogo con un suo vecchio compagno di liceo, rivisto dopo alcuni anni. Appassionato lettore di Nietzsche e di Sartre, persona brillante e piena di iniziativa, quel compagno lo aveva cercato perché non stava passando un bel periodo: «Sto attraversando delle circostanze che mi fanno pensare che c’è di più di quello che credevo fino a poco tempo fa», gli aveva scritto. «Poiché tu sul tuo cuore ci lavori già da tempo, mi piacerebbe vederti per cercare di capire se puoi aiutarmi a vedere qualcosa anche di me». E poi quando si sono incontrati gli ha detto: «Mi sono scoperto più debole, più fragile di quanto pensavo, e le cose più belle che mi sono successe in questi ultimi anni non sono quelle che ho voluto creare, dominare, ma quelle che non ho fatto io: comincio a pensare che mi siano state date». A quel punto il nostro amico irrompe: «Ma per me anche questo momento bellissimo con te porta dentro la stessa evidenza, l’evidenza cioè che tu, adesso, mi sei dato». Sentendo queste parole, il compagno rimane profondamente stupito, si ferma, ripete quelle parole e lo ringrazia. Come può accadere una simile percezione dell’altro? «Ho potuto dire quelle cose per una coscienza che ho imparato all’interno di una certa strada. Grazie al suo stupore, però, l’ho riacquisita come avvenimento, come qualcosa che accadeva e che non solo avevo incamerato negli anni». Il compagno rimane stupito, preso dallo sguardo che ha ricevuto: questo sguardo è per entrambi un avvenimento che introduce a qualcosa d’altro...
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