Don Giussani.

Rimini. «Grazie per il regalo di don Giussani»

Inaugurato il monumento dedicato al sacerdote di Desio nella cittadina romagnola. Con i promotori dell'iniziativa c'erano anche autorità civili e religiose. Le parole del vescovo Lambiasi e di Davide Prosperi, vicepresidente della Fraternità di CL
Paolo Facciotto

Quattrocento persone hanno preso parte, stamattina alle 9 a Rimini, alla inaugurazione del monumento in omaggio a don Luigi Giussani, una scultura posta nella rotatoria intitolata alcuni anni fa al fondatore di Comunione e Liberazione e che da alcuni giorni sta facendo parlare di sé. I promotori, un gruppo di riminesi coordinati da Marco Ferrini con Sergio De Sio e Antonio Smurro, non hanno voluto un manufatto celebrativo e formale, ma qualcosa che lasciasse un segno nelle migliaia di persone che transitano ogni giorno dalle parti dell'ex Fiera, oggi Palacongressi. Per questo, l'architetto Marco Benedettini ha ideato con la collega Cristina Fonti la raffigurazione dello schema che don Giussani era solito tracciare alla lavagna per spiegare come la grande X (il Mistero, Dio), inizialmente alta e lontana, ha deciso di scendere (l'avvenimento dell'Incarnazione) intercettando la traiettoria del percorso degli uomini nella storia.

L'inaugurazione del monumento a Rimini

Tante le autorità religiose, militari e civili presenti con l'amministrazione comunale, che ha collaborato all'evento ed è proprietaria del monumento donatogli dai promotori. Nel saluto iniziale Ferrini ha ricordato «l'attualità e la potenza del carisma di don Giussani» e il suo legame con Rimini.

Davide Prosperi ha portato il saluto di Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che non ha potuto essere presente: «L'idea di rappresentare l'enigma come fatto nella traiettoria umana dimostra una profonda comprensione dell'urgenza esistenziale che l'uomo di oggi si trova ad affrontare», ha detto Prosperi: «È una ricerca continua di un significato del vivere che spesso sembra aver smarrito. Davanti a tutti i tentativi di rappresentarsi la risposta all'enigma esistenziale, il fatto tra noi indicato da questa X che intercetta la linea della storia umana è la novità attuale dell'annuncio cristiano per cui don Giussani ha speso instancabilmente la sua vita e che oggi si vuole ricordare con questo gesto alla città e al mondo. Perché questa è la novità che tutto il mondo, consapevolmente o inconsapevolmente, attende. Don Giussani ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di eventi, a Rimini, che hanno portato negli anni, fra l'altro, centinaia di migliaia di persone, di visitatori. Siamo grati che la città abbia deciso di ricordarlo così, testimoniando l'attualità del suo carisma».

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«Come incontrare Dio? È possibile veramente?», si è domandato il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, nel suo intervento prima della benedizione: «L'uomo si è dato delle risposte nel corso della storia, ha pensato Dio sempre "oltre", sempre altro, e l'ha immaginato in alto. E per incontrarlo gli ha costruito una casa, una sorta di attico, perché lui non potrebbe sporcarsi i piedi con la polvere e il fango della nostra storia. Le piramidi culminavano in quel vertice altissimo dove c'era la cella pronta perché quando Dio avesse deciso di venire sulla terra, ecco, lui poteva stare nel posto più vicino. Ma era così lontano... Così le Ziqqurat, le torri templari della cultura babilonese...». Quella freccia che scende, ha proseguito il Vescovo «penso che sia il cuore di questa immagine. È il Mistero. Si può incontrare Dio perché Dio vuole incontrarci. Scende Lui, viene Lui. Questo è il fatto che ha cambiato la storia. La risposta alla domanda dell'uomo la offre Dio». Don Giussani lo ha detto con la sua vita, ha concluso Lambiasi: «C'è stato un fatto nella storia che è indiscutibile: Gesù di Nazaret che è venuto in mezzo a noi. Grazie Signore perché ci hai mandato Gesù. Grazie Gesù perché ci hai mandato don Giussani».