L'accoglienza? L'audacia di un incontro

Questa sera alle 21, l'apertura dell'anno sociale di Famiglie per l'accoglienza. Sarà un Rosario, in diretta streaming e su Tv2000, con l'arcivescovo di Milano Mario Delpini. Luca Sommacal, presidente dell'associazione, spiega il perché di questo momento
Maria Acqua Simi

Una proposta aperta a tutti, «perché non possiamo tacere quello che abbiamo ricevuto». Luca Sommacal, presidente di Famiglie per l’Accoglienza, spiega così il gesto che si terrà oggi, 7 ottobre, alle ore 21.00 nella chiesa di San Celso a Milano, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la pastorale della Famiglia della Cei e il Forum delle Associazioni Familiari. La recita del Rosario – presieduto dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini – sarà trasmessa anche su TV2000 e diffusa in streaming sui canali social di Famiglie per l’Accoglienza.

“Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza - Nell’accoglienza l’audacia di un incontro”: una delle più commoventi frasi di don Giussani è il titolo scelto per inaugurare il nuovo anno sociale per migliaia di famiglie che, in Italia e all’estero, si accompagnano nell’esperienza di un’accoglienza che è fatta di affidi, adozioni, ospitalità, cura degli anziani e dei disabili. Un’accoglienza che è vista come un bene per l’individuo e una risorsa per la società intera. «Abbiamo scelto questo titolo perché abbiamo tutti bisogno di qualcuno a cui guardare, per affrontare il futuro senza paura. E per noi la Madonna è questo: una guida sicura alla quale consegnare le nostre vite, i nostri figli, perché la nostra speranza possa essere accompagnata», spiega ancora Sommacal. «Anche il sottotitolo è significativo: la pandemia ha creato un clima di incertezza e paura, ma noi abbiamo sperimentato il conforto che nasce dall’accogliere e dall’essere a nostra volta accolti. Abbiamo scoperto come in questa relazione il Signore si sia reso prossimo. E questa Sua vicinanza ci rende audaci. In questo rapporto troviamo il coraggio di incontrare tutti e di inventare nuove strade e nuovi modi di comunicare quello che viviamo».

Ecco allora che il consueto gesto di inizio anno, che prima consisteva in pellegrinaggi presso Santuari mariani, quest’anno è stato ripensato.
«L’emergenza ci ha imposto un cambio di rotta e così abbiamo avuto l’idea di un momento unitario perché tutti possano partecipare, dall’Italia e dai tanti Paesi del mondo dove Famiglie per l’Accoglienza è presente». La scelta di Milano per questo gesto ha due ragioni: «La nostra associazione è nata a lì, e la Lombardia è stata una delle regioni più colpite dal covid. Durante e dopo il lockdown ci siamo accorti di quanto i rapporti vissuti in maniera stringente, anche in circostanze apparentemente sfavorevoli, permettano a ciascuno di scoprire sempre di più se stesso ed è questa prossimità che vogliamo condividere».

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L’invito è stato esteso quindi anche alla Pastorale famigliare della Cei e al Forum delle Associazioni Familiari, che hanno accettato di aderire. «Credo che questo gesto sia un evento veramente missionario, per far conoscere nella Chiesa (ma anche fuori) la novità e la bellezza che nascono dall’accogliere l’altro, perché questo è il modo con cui il Signore si fa più prossimo a noi», spiega ancora. Che conclude: «Abbiamo chiesto all’Arcivescovo di Milano di accompagnarci in questo momento, sia perché siamo legati a lui da un rapporto di stima reciproca, sia perché vogliamo affidare questa opera, nata dal carisma di don Giussani, alle braccia materne della Chiesa. Il sì dell’Arcivescovo è stato un segno per noi bellissimo, in questo nuovo inizio che ci aspetta».