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Se l'educazione arriva via radio

Nuovo ciclo di letture sull'ultimo libro di Julián Carrón per la trasmissione di Radio Maria "Percorsi di fede”, curata da don Primo Soldi: «Il bisogno educativo è grande, e la ripartenza di una società passa anche da qui»
Paolo Perego

Mezz’ora di lettura di testi e mezz’ora di dialogo con gli ascoltatori che chiamano. Da vent’anni, ormai, la trasmissione “Percorsi di fede” accompagna chi si sintonizza su Radio Maria il martedì alle 12.30. «Da tutta Italia, ma non solo», spiega don Primo Soldi, parroco torinese che guida il programma. I contatti arrivano da tutto il mondo. Stati Uniti, Burkina Faso, Corea del Sud…

Da settimana scorsa sul leggio della trasmissione ci è finito un nuovo libro, il volume che raccoglie alcuni interventi sull’educazione di Julián Carrón, Educazione. Comunicazione di sé (San Paolo), pubblicato come contributo al Patto educativo globale promosso l’anno scorso da Papa Francesco.

Don Primo Soldi

«Fin dalla prima puntata le reazioni sono state molto interessanti», dice don Primo: «Gli interventi e i commenti dicono, in tanti casi, di una estrema pertinenza del tema educativo rispetto alla situazione che ci troviamo a vivere oggi». Chi ha a che fare con i giovani lo sa bene: «Io stesso vedo tra i ragazzi delle superiori, ma anche con chi frequenta l’università, che non ne possono più». Certo, distanziamento e pandemia chiedono la pazienza dovuta: «Ma occorre qualcuno che gli sia padre davvero, oggi più che mai, per aiutarli. Il libro di Carrón, allora, è interessante perché già nelle prime righe sposta il problema su di noi, adulti, che dobbiamo essere in grado di trasmettere l’esperienza che viviamo». Non ci sono ricette in Carrón, aggiunge il sacerdote: «È un percorso semplice, fatto di esempi che di volta in volta mostrano una bellezza evidente». Il bambino rom che corre a scuola perché atteso dall’insegnante, per dirne uno.

«L’educazione è una chiave per rimettere in moto la società. Non basta la solidarietà, la carità fine a se stessa. Qui a Torino tante opere sono nate proprio da questo». Una su tutte, l’opera di san Giovanni Bosco: «Ma non solo. Mi vengono in mente anche i Marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e la moglie Juliette Colbert di Maulévrier, in odore di santità e sui quali sto scrivendo un libro». Una coppia che nell’Ottocento, si è prodigata in opere di carità proprio partendo dal bisogno educativo: «La Marchesa, per fare un esempio, si era battuta per permettere ai bambini di andare a scuola di inverno fornendo legna agli istituti o si era prodigata nell’alfabetizzazione delle detenute torinesi»

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In vent’anni di trasmissione, ne sono passate tante di letture dalle voci, di martedì in martedì alternate, di don Primo, don Stefano Turi, don Roberto Gottardo e Stefano de Mauro, giovane insegnante: «Tra gli altri, i libri di don Giussani e la sua biografia», conclude don Primo: «Una volta, mentre leggevo un brano della Vita di Giussani in cui si parlava di una ragazza commossa mentre il sacerdote brianzolo commentava Beethoven, questa ha telefonato ed è scoppiata a piangere in diretta. Era piena di gratitudine. Così come lo sono oggi tanti che chiamano. E sono certo che accadrà ancora, a maggior ragione mettendo a tema una cosa tanto importante e stringente come l’educazione».