Lele Tiscar con Giovanni Paolo II nel 1980

Tiscar. «La nostra vita è tutta dentro una gratuità totale»

Il messaggio della comunità di CL della Toscana in ricordo di Raffaele Tiscar, morto il 18 ottobre. Fu il primo responsabile diocesano della Fraternità dopo il riconoscimento pontificio

Le comunità di Comunione e Liberazione della Toscana e di Firenze sono in preghiera per la perdita di Raffaele Tiscar, un amico carissimo che è stato tra gli iniziatori del movimento nella nostra terra.
Lele, arrivato a Firenze per studiare Scienze politiche, è diventato nel 1976 responsabile del CLU, guidando tantissime matricole e studenti all’incontro con la giovane comunità degli universitari. In un periodo storico difficilissimo ha lavorato per la presenza dei cristiani in Università, attraverso l’esperienza dei Cattolici Popolari e fondando la Cusl – Cooperativa Universitaria Studio e Lavoro. Un’immagine del 1980, indelebile per tutti noi, lo ritrae in un abbraccio con Giovanni Paolo II accanto al Duomo di Siena, in occasione di una visita del Papa: in quella giornata gli universitari di CL della Toscana si dettero appuntamento per festeggiare il Pontefice e Lele guidava la “delegazione”, oltre che i canti, accanto a don Silvano Seghi.
Lele ha stretto rapporti estremamente significativi nella Chiesa fiorentina, a cominciare da quello con l’arcivescovo cardinale Giovanni Benelli che, assieme a don Giussani, celebrò il suo matrimonio con Paola Jannetti nel 1981.

Lele è stato il primo responsabile diocesano della Fraternità di Comunione e Liberazione, dopo il riconoscimento pontificio del 1982. E anche dopo il suo trasferimento in Lombardia i legami con la comunità di Firenze e con la Toscana non si sono mai allentati, come non è mai mancata l’attenzione alle vicende, anche a quelle minute o personali, di questo popolo che ha contribuito a mettere insieme seguendo i passi di don Giussani.

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Facciamo nostra la testimonianza di Graziano Grazzini, uno degli amici storici di Lele anche lui prematuramente scomparso e di cui ha condiviso la passione per l’impegno civile.
«Ad una delle prime Scuole di comunità a cui partecipai, un certo Lele, che guidava la conversazione sulla traccia di un testo di Giussani, commenta più o meno così: “Questo sguardo così carico di stupore sulla realtà a cui il Gius ci educa, dovremo averlo sulle nostre persone stesse, visto che non abbiamo deciso nulla di quello che siamo, non abbiamo deciso noi di esistere, in quale secolo, in quale parte di mondo, da quali genitori, i nostri tratti somatici, il nostro stato di salute e infine, non decidiamo noi come e quando la nostra precarietà si interromperà. La nostra vita è tutta dentro una gratuità totale”».
Lele, essendo stato uno degli iniziatori dell’esperienza di CL in Toscana e a Firenze, ha rappresentato per moltissimi di noi la possibilità di incontrare il cristianesimo come una proposta di vita, piena di ragioni e di passione per tutto.
Per questo il nostro ricordo di lui, nel dolore che condividiamo con Paola, Jacopo, Eugenia, Maria e tutti i figli in affido della sua grande famiglia, è dominato dalla gratitudine.

CL Toscana e Firenze