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Referendum. La valutazione dei magistrati e l'elezione al Csm

Devono essere solo i giudici a poter valutare l'operato dei loro pari? E per essere eletti al Consiglio supremo della Magistratura si deve per forza appartenere a una corrente? Altri due quesiti del 12 giugno. Da ilsussidiario.net
Corrado Limentani

La scheda numero 4 (colore grigio) che verrà consegnata agli elettori il 12 giugno riguarda (ricopio il titolo) la “Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari…”.
Sembra una questione di secondo piano, ma non lo è.

I consigli giudiziari sono degli organismi nominati su base distrettuale (ogni distretto di Corte di Appello ricomprende, per lo più, i tribunali di una Regione) composti per tre quarti da magistrati (nominati a seguito di elezioni tra tutti i giudici del distretto) e un quarto da avvocati e professori universitari (i cosiddetti laici).

Quali sono le funzioni dei consigli giudiziari? La prima è quella di vegliare sul corretto funzionamento della giurisdizione e sul buon funzionamento dell’apparato giudiziario in ossequio al fondamentale principio del giudice naturale precostituito per legge. Il consiglio in particolare verifica la corretta distribuzione dei processi ai giudici (distribuzione che deve avvenire con criteri automatici e predeterminati: il giudice non può scegliersi la causa e le parti non possono scegliersi il giudice), l’assegnazione dei magistrati alle diverse sezioni, le sostituzioni dei giudici che vengono trasferiti o sono indisposti. Quando si discute e si decide di questi problemi alle riunioni partecipano tutti i componenti del consiglio: magistrati, avvocati e professori (...)

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