Il cardinale Pietro Parolin e Giampaolo Silvestri di Avsi (Foto: Avsi)

La jeep di Avsi non si ferma

Convegno al Maxxi di Roma in occasione del cinquantesimo anniversario della Ong. Il messaggio di Sergio Mattarella, l'intervento del cardinale Pietro Parolin e il discorso del ministro degli Esteri Antonio Tajani. La cronaca della giornata
Paolo Cremonesi

Una jeep di Avsi avanza faticosamente tra buche e rifiuti abbandonati per le strade di Haiti. Port au Prince, come le principali città del Paese è da mesi paralizzata da bande armate, ex gruppi violenti di disperati cresciuti nel vuoto di potere istituzionale. In più, da alcune settimane, una devastante epidemia di colera porta la goccia che potrebbe far traboccare il fragile vaso sociale del paese. Molte Organizzazioni non governative hanno già abbandonato l’isola. La jeep si blocca: una improvvisata barricata blocca il passaggio. Il personale scende dal mezzo, sale in moto e riprende il percorso. Le strade allagate dalla pioggia, però, impediscono di nuovo la circolazione. Lo staff rinuncia? No, infila gli stivali e prosegue a piedi. Passo dopo passo arriva dai bambini e dalle loro famiglie che li attendono speranzosi. All’ultimo miglio.

È questa l’immagine che Gianpaolo Silvestri segretario generale di Avsi sceglie per descrivere il metodo: «Un lavoro sul terreno che prova a spingersi sempre più in là attraversando le barriere delle bande, delle diseguaglianze, della povertà, delle guerre».
L’occasione: i cinquant’anni dell’Organizzazione, festeggiati al Museo MAXXI di Roma mercoledì scorso, con un convegno-studi dal titolo “Beyond Development”, cui hanno partecipato tutti i protagonisti della Cooperazione: dalla Santa Sede al Governo, da alti funzionari degli organismi internazionali a esponenti del privato, dai rappresentanti della società civile a esperti di ambiente, educazione, cambiamento climatico e agricoltura.

Compleanno in buona salute: nata nel 1972 con un progetto nell’ex Zaire, oggi Avsi è presente in 39 paesi con 300 progetti e uno staff di 2150 persone. Lo scorso anno ha gestito un budget di oltre 91 milioni di euro frutto di aiuti pubblici e privati.
Certo, rispetto a cinquant’anni fa lo scenario è profondamente cambiato. Lo ricorda il presidente Sergio Mattarella nel messaggio inviato per: «Nell’attuale contesto globale sono cresciute le diseguaglianze. La terribile guerra scatenata dalla Federazione russa nel cuore dell’Europa e gli altri fattori di instabilità pongono all’attenzione della comunità internazionale sfide complesse che possono essere affrontate solo tenendo in adeguata considerazione la forte interdipendenza che caratterizza il nostro presente».

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Foto: Avsi)

Nessuno si salva da solo, siamo tutti nella stessa barca tra le tempeste della storia. Il “refrain” di Papa Francesco riecheggia più volte nelle moderne sale del MAXXI durante il “learning event”: ora con l’appello a rilanciare il multilateralismo, ora con la constatazione che emergenze come il “climate change” o la lotta al covid sono talmente vaste da richiedere un approccio globale.
Al segretario di Stato Pietro Parolin il compito di approfondire il punto della Santa Sede: «L’azione paziente costante di servizio all’umanità di entità che sono espressione della società civile come Avsi», osserva il Cardinale: «Dimostra che c’è ancora spazio per fare il bene. Ogni giorno milioni di persone di buona volontà si mobilitano per cercare di migliorare il nostro mondo ponendosi al servizio della famiglia umana così sofferente e bisognosa. La vostra testimonianza e la vostra azione creativa, concreta e professionale è una ricchezza per la nostra società». Un segno tangibile di quell’amore che rompe le catene che ci isolano e ci separano gettando ponti».

A Parolin piace in particolare il progetto di Avsi in Siria “Ospedali aperti”, patrocinato anche dal Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. Tre strutture mediche e alcuni dispensari che assicurano l’accesso al diritto alla salute di migliaia di indigenti, indipendentemente dalla fede professata, in un Paese lacerato da un conflitto che si protrae ormai da undici anni. «È la cultura della cura che Papa Francesco indica come antidoto a quella dell'indifferenza e dello scarto», spiega il Cardinale: «Contribuisce alla costruzione dello sviluppo secondo le indicazioni proposte dalla Santa Sede: uno sviluppo umano e integrale che ponga al centro la persona umana quale unità inscindibile di corpo e anima. Possano le attività di Avsi costituire spazi di riconciliazione e di pace, oasi di speranza per tutti coloro che a diverso titolo vi contribuiscono e vi partecipano».

L’intervento di Antonio Tajani coincide con la sua prima uscita pubblica in veste di neo Ministro degli Esteri, il che attira una inusuale numero di giornalisti e fotografi. «La cooperazione allo sviluppo soprattutto verso Africa ed America Latina è parte integrante della nostra politica estera», e aggiunge: «Più Italia in Unione Europea vuol dire un’Europa che guarda di più al Mediterraneo». Il Ministro, riallacciandosi alle parole di Mattarella, ricorda che «mai come oggi la disuguaglianza ha raggiunto i massimi storici: il 10 per cento delle persone possiede il 76 per cento delle ricchezze del mondo e contribuisce con il 50 per cento delle emissioni nocive. Appare evidente che un simile “gap” non può essere colmato solo dalle istituzioni. C’è bisogno dell’apporto centrale della società civile e di un approccio globale ai problemi del pianeta. Educazione, clima, agricoltura, immigrazione, energia, ambiente sono strettamente correlate».

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Concetto che Gianpaolo Silvestri riprende nel suo intervento: «Il contributo che possiamo offrire oggi è innanzitutto promuovere la coscienza comune che la divisione noi/loro è morta e sepolta. Le esperienze che la nostra Ong ha maturato sul campo sono utili anche nei paesi d’origine. Lo vediamo in Italia dove realizziamo progetti simili a quelli in Africa, America Latina o Medio Oriente». «Questo implica un cambiamento delle Ong ma anche della politica», spiega il Segretario generale. «Come le crisi climatiche e sanitarie hanno definitivamente evidenziato, l’efficacia degli interventi dipende da un vero approccio sistemico mentre progetti, finanziamenti e molta retorica sono ancora pensati come l’aiuto di una parte verso l’altra». “Beyond Development” quindi. Oltre lo sviluppo.