«Così Cristo ha stravolto la mia vita»
L’incontro con un preside che lo prende sul serio e la scoperta di un cristianesimo che ridona il gusto del vivere. La testimonianza di Giovanni alla Giornata d’inizio anno di GS a TorinoSono Giovanni, frequento l’ultimo anno di economia aziendale all’Università di Torino. La domenica di solito lavoro in un negozio che vende scarpe e abbigliamento; oggi avrei dovuto essere lì ma ho deciso di prendermi un permesso per venire a raccontarvi cosa può cambiare la vita di un ragazzo e di un uomo, come me. Ho deciso così perché, come dice Enzo Piccinini (per chi non lo sapesse è un uomo come me e voi, che nell’incontro con don Giussani ha incontrato Cristo e gli ha stravolto la vita, tanto da diventare Servo di Dio): «Io sono estremamente grato di questa vita, di quello che ho incontrato e che vivo; per questo motivo non ho paura di darla tutta, di offrirla». Questo è il motivo, io desidero dare il mio tempo di oggi per testimoniare quello che mi ha cambiato, perché gli devo tutto.
In quarta liceo andavo bene a scuola, me la cavavo a calcio e andavo a ballare tutti i fine settimana perché mi occupavo delle prevendite e facevo i tavoli in una discoteca. Potevo essere la persona più contenta del mondo: nulla andava male. Mi sballavo spesso con gli amici e un giorno lo feci poco prima di entrare a scuola. Cesco (Francesco Barberis, il preside della scuola, ndr) se ne accorse e il giorno dopo mi convocò in presidenza. Parlammo a lungo ma la cosa che ricordo è che lui mi disse: «Chiediti se è quello per cui tu vivi, se è quello che ti fa felice, se è quello che tutti dovremmo seguire. Se lo è veramente, ti veniamo dietro». Il pomeriggio mi sono sballato ancora con altri ragazzi più grandi di me: non sono mai stato così triste nella mia intera vita. Così sono tornato da lui e gli ho chiesto di conoscere i suoi amici, di seguirlo. E così e stato. Quindi, ragazzi, innanzitutto diffidate di chi vi dà soluzioni facili; circondatevi e seguite, invece, chi vi stima più di quanto lo fate voi, chi mette al centro la vostra esistenza e la sua. Per me è stato proprio questo, perché solo questo metodo mi ha permesso di incontrare una cosa che ha superato tutte le mie aspettative, un qualcosa più grande di Cesco, che stava oltre lui, e per cui lui viveva e vive.
Continuavo a giocare, ad andare a ballare, a tifare l’Inter, ma tutto era più gustoso, più bello, assumeva il suo vero significato. Il problema non era non fare più quelle cose, ma se in quelle cose cercavo e desideravo quell’esplosione di vita accaduta nell’incontro con Cesco. Bene: in questo non si può essere soli, da soli non ce la si fa, c’è bisogno di qualcuno. Una settimana fa ho avuto una giornata tosta, in cui al mattino avevo litigato al telefono con Ele, la mia morosa. Ero a pezzi. Così ho scritto un messaggio a Fil e Massa, i miei due migliori amici. Hanno risposto subito: quando ci vediamo? Dove ci vediamo? Io ci sono. Quando ci siamo incontrati, mi hanno aiutato a ricentrare lo sguardo su cosa desidero davvero per me. La questione non era il senso di colpa per come mi stavo comportando con lei, né la tristezza di riconoscermi ancora una volta istintivo e caotico; il problema era perché sto con lei e dove stiamo andando, perché stiamo assieme. Ragazzi, è fondamentale questo: avere e cercare qualcuno che metta a tema, di nuovo, non le proprie debolezze e la propria personalità, ma che metta a tema e ti ricordi Chi di quella debolezza e personalità fa una cosa grande, Chi ti rende più uomo, più felice, ti compie. Per questo vi consiglio questo: non staccatevi da queste persone, da un luogo come questo. Ma nemmeno questo basta: quando uno vive una cosa così stupenda e vera non è più uguale, non è più lo stesso, è segnato, è diverso, e questo non passa inosservato, le persone lo vedono se Gesù fatto uomo cambia la tua vita ed è per tutti. Faccio due esempi.
Un giorno sono andato a prendere una piadina con un mio compagno di corso. Il negoziante, dal nulla, inizia a parlarci di un’opera teatrale mostrandoci un volantino. Io mi interesso e incominciamo a dialogare, facendo diventare la piadina fredda. Usciti dal locale il mio amico mi dice: «A parte la piadina fredda, non so come tu faccia a essere interessato a tutto, e non menti, non stavi facendo finta, ti interessava davvero. Assurdo». Ecco, in quel momento, senza doverci manco troppo pensare, ardevo di interesse verso tutto ciò che mi stava attorno, tutto era importante. Bene ragazzi, vi do un’informazione: non è una mia mossa originale, caratteriale, è una cosa che mi è stata insegnata, alla quale sono stato educato seguendo la storia e la compagnia del movimento. Che vita diventa!
Un altro fatto riguarda un mio collega di lavoro esuberante, fa anche il dj techno. Un giorno, mentre stavamo mettendo a posto un magazzino, è emerso che faccio parte di un movimento cattolico. Il delirio! «Ma tu come fai… non farti ingannare… i preti pedofili… la Chiesa è piena di soldi…». La mia risposta non è stata di convincimento. Gli ho detto: «Non è più bello e interessante chiedermi e approfondire che cos’è il cristianesimo e perché io lo sono?». È una cosa che aveva detto Giussani e mi aveva colpito. Perché è proprio vero e bello incontrare l’altro con questo metodo, mettendo a tema chi è lui e cosa preme a me, per cosa vivo io. Michi si è fermato e mi ha detto – assurdo! –: «Gio hai ragione», e abbiamo iniziato a parlare. Mi ha chiamato un po’ di tempo dopo: «Volevo dirti una cosa che abbiamo deciso io e la mia compagna, che è credente ma non praticante: battezziamo nostro figlio. Non voglio chiederti di essere il padrino, tranquillo, ma se siamo arrivati a questo un tassello è stato messo da quella chiacchierata».
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La mia è una vita semplice, ma qualcosa è accaduto e l’ha cambiata. Io vi auguro questo, che Cristo – che avete visto o sentito se siete qui – cambi la vostra esistenza e che Lo seguiate, dandogli tutto, tutto, seguendo quei volti che testimoniano la Sua grandezza e la Sua capacità di cambiare il mondo, cambiando innanzitutto ognuno di voi.
Giovanni, Torino