New York Encounter. Oltre le barriere

Al via domani nel cuore della Grande Mela, la tre giorni annuale di incontri, mostre e spettacoli sempre più protagonista nel panorama culturale americano. E non solo. Ecco il saluto di papa Francesco e un assaggio di cosa ci attende
Luca Fiore

«In occasione del New York Encounter, promosso da Comunione e Liberazione, Sua Santità Papa Francesco invia cordiali saluti e auguri nella preghiera a tutti i convenuti per questo incontro annuale. Sua Santità confida che questi giorni di dialogo e di comunione promuovano quella "cultura dell'incontro", così necessaria nel nostro tempo, in cui le persone di buona volontà si impegnano "a trovare punti di accordo in mezzo ai conflitti, a costruire ponti e a fare la pace per il bene di tutti" (Christus Vivit, 169). Agli organizzatori e ai partecipanti all'Encounter 2020 Sua Santità invoca la benedizione divina della saggezza, della gioia e della pace». Con questo messaggio inviato dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, a nome del Pontefice si apre la kermesse newyorkese dedicata al tema “Crossing the Divide”, che si svolge al Metropolitan Pavilion tra il 14 e il 16 febbraio.



Venerdì 14 si inizia nel pomeriggio con un recital dedicato ai versi finali dell’Inferno di Dante: «salimmo sù, el primo e io secondo, (…) E quindi uscimmo a riveder le stelle», con musiche di Molly Morkoski e letture di Giuseppe Mazzotta, professore a Yale. A introduzione ci sarà un saluto dell’Arcivescovo di Boston, il cardinale Sean O’Malley. La sera, quindi, uno spettacolo intitolato “La ragazza di Hong Kong”, che riprende i contenuti della mostra dello scorso Meeting di Rimini “Bolle, pionieri e la ragazza di Hong Kong”.

Sabato 15, il titolo della manifestazione è declinato in diversi campi: la famiglia, l’economia, le carceri, la politica. Tra gli ospiti J.D. Flin, direttore della Catholic News Agency; Jean Bishop, difensore d’ufficio della Contea di Cook; padre George Williams, cappellano nel braccio della morte del carcere di San Quintino; Chris Arnade, scrittore e fotografo; Sohrab Ahmari, opinionista del New York Post; Christine Emba, columnist del Washington Post.

Domenica, infine, i padiglioni apriranno con la messa celebrata dal Nunzio Apostolico Christophe Pierre, a cui seguirà l’incontro intitolato “Che cosa ci può liberare dell’ideologia”, presentazione della traduzione inglese di Dov'è Dio?, con don Julián Carrón, Ami Dar, fondatore e direttore esecutivo di Idealist.org, e Aaron Riches, professore di Teologia al Benedictine College di Atchinson, Kansas. Nel pomeriggio, tra vari altri incontri, la tavola rotonda dal titolo “Qualcuno, da qualche parte, che ha vissuto pienamente”, alla quale parteciperanno padre Zacharie Bujuro, monaco benedettino di Buta (Burundi) e monsignor Anba David, vescovo della diocesi copto ortodossa di New York e del New England, assieme a padre Marcel Uwineza, sopravvissuto al genocidio del Rwanda.