Silvestro e l'imperatore Costantino.

SILVESTRO E Roma divenne cristiana

Continua la serie che Tracce.it dedica ad alcuni tra i più significativi Papi della storia. Nella sesta puntata, la vicenda di un pontefice che grazie al rapporto con Costantino ha dato inizio a «un'epoca completamente nuova»
Eugenio Russomanno

Quello di Silvestro I (314-335) è stato un pontificato importante, anche se la figura di questo Papa sembra ad alcuni storici un poco secondaria. Come sostiene invece John Kelly, l’espressione «gloriosissimo» a lui più volte attribuita risulta avere un qualche fondamento di verità storica.
Secondo il suo Grande Dizionario Illustrato dei Papi, di Silvestro ci è rimasta l’eco di due brevi ma significativi episodi. Ci soffermiamo sul primo di essi, che ebbe luogo quando Costantino il Grande convocò il primo sinodo di Arles (314). Costantino non concesse l’incarico di presiedere il sinodo al Vescovo di Roma ma ne affidò la direzione a Cresto, vescovo di Siracusa, e a Marino, vescovo di Arles: Silvestro inviò due sacerdoti e due diaconi. Terminati i lavori il sinodo comunicò le sue decisioni a Silvestro con una lettera che esprimeva il riconoscimento del suo primato sull’Occidente.
Ma ecco un primo grande problema: i rapporti tra Costantino e il Papa, dopo la svolta costantiniana (313). «L’atteggiamento favorevole assunto da Costantino verso il cristianesimo provocò un profondo mutamento nel corso degli eventi. Esso fu un fatto storico d’importanza mondiale che dette inizio, non solo per lo Stato romano, ma anche per la Chiesa, a un’epoca completamente nuova», scrive August Franzen nella sua ottima Breve storia della Chiesa. Storicamente accadde una vera e propria fondazione di una «chiesa imperiale». Continua il Franzen: «Fu giusto per la Chiesa l’avere stretto quest’alleanza con lo Stato? È una domanda che solleva un’antichissima e difficile problematica, che non si è quietata neppure ai nostri giorni». Tra l’altro, sembrò quasi che l’autorità papale venisse eclissata da quella imperiale.
Non possiamo affrontare il problema in questa sede: ci limitiamo a riconoscere che, dopo anni di persecuzioni, stava nascendo una collaborazione tra lo Stato e la Chiesa, tra Papato e Impero, tra il papa Silvestro I e l’imperatore Costantino.
Nel 325 Costantino (non il Papa) indice il primo concilio ecumenico a Nicea. Papa Silvestro, anche a causa della tarda età, non fu presente e si fece rappresentare da due presbiteri. Sebbene durante lo svolgimento del concilio essi non godessero di diritto di precedenza, tuttavia apposero per primi, dopo il presidente, la firma agli atti conciliari. Ario difese la sua teoria, ma dopo lunghi e agitati dibattiti vinse la corrente che rappresentava l’ortodossia: Cristo è «generato dalla sostanza del Padre come l’unigenito, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, consustanziale (homoùsios) al Padre».
Un altro segno della collaborazione tra Papato e Impero furono le “principesche donazioni dell’imperatore”: si trattava di grandi chiese come la Basilica costantiniana - più tardi San Giovanni in Laterano - e le Basiliche di San Pietro e di San Paolo; durante il pontificato di Silvestro la Roma pagana cominciò a diventare la Roma cristiana.
Papa Silvestro I è stato canonizzato e la sua festa si celebra il 31 dicembre.