Papa Gregorio Magno.

GREGORIO Un grande uomo dal cuore semplice

Continua la serie su alcuni tra i più significativi pontefici della storia. Nella quindicesima puntata, la vicenda di un Papa che convertì molti popoli e re. Rimanendo sempre il servo di tutti
Eugenio Russomanno

«Fu uno dei più grandi Padri nella storia della Chiesa, uno dei quattro dottori dell’Occidente: Papa san Gregorio, Vescovo di Roma tra il 590 e il 604, meritò dalla tradizione il titolo di Magnus/Grande. Gregorio fu veramente un grande Papa e un grande Dottore della Chiesa!», ha scritto Benedetto XVI.
Nacque a Roma, intorno al 540, al confine stesso tra antichità e Medioevo, da una ricca famiglia patrizia. Ebbe un’ottima formazione culturale. Entrò presto nella carriera amministrativa e nel 572 divenne prefetto della Città. Ma non era contento: ben presto decise di lasciare ogni carica civile per vivere in monastica solitudine. E gli anni trascorsi in monastero furono i più felici della sua vita.
Papa Pelagio II, nel frattempo, aveva conosciuto le qualità di Gregorio: lo nominò prima diacono e quindi “apocrisario” (oggi diremmo Nunzio Apostolico) a Costantinopoli; fu poi richiamato a Roma, come segretario e consigliere del Papa.
Morto Pelagio II, il clero, il popolo e il Senato elessero all’unanimità Gregorio come nuovo Papa (3 settembre 590): iniziava un pontificato decisivo per la Chiesa e per il Papato durante tutto il Medioevo. «La storia darà a lui, come Papa, l’appellativo di ‘Magno’ e i suoi quattordici anni di governo della Chiesa furono infatti un periodo di grandissima importanza storica. Le 854 lettere che restano di papa Gregorio ci permettono di gettare lo sguardo sulla multiforme attività di Gregorio, all’interno e all’esterno della Chiesa, e ci rivelano al tempo stesso la sua nobile personalità», ha scritto August Franzen nella sua Storia della Chiesa.
Per quanto riguarda i rapporti della Chiesa con l’esterno, innanzitutto Gregorio cercò di aiutare la popolazione italiana: amministrando bene il patrimonium Petri ebbe la possibilità di aiutare concretamente il popolo, ridotto in quel tempo alla più grande miseria. In secondo luogo, per quanto riguarda l’Italia, tra i primi problemi c’era la questione longobarda: il pericolo longobardo incombeva su Roma e sull’Italia. Gregorio agì da pacificatore, adoperandosi per un compromesso sempre più stabile con il re longobardo Agilulfo: divenne praticamente «la guida civile d’Italia». In particolare, per il perseguimento della pace con i Longobardi ebbe grande importanza il contatto che il Papa aveva con la regina Teodolinda, una principessa bavarese cattolica. «La vicenda di questa regina costituisce una bella testimonianza circa l’importanza delle donne nella storia della Chiesa», ha scritto Benedetto XVI.
Gregorio si mosse in Occidente come in Oriente: si interessò alla conversione dei nuovi popoli (i Visigoti in Spagna, i Franchi in Gallia, i Sassoni in Anglia) ed alla formazione della nuova Europa; si preoccupò di riconoscere e rispettare i diritti dei Patriarchi di Antiochia, di Alessandria e di Costantinopoli; in Italia, ebbe modo di perseguire e ottenere la composizione dello scisma tra la Chiesa milanese e quella romana.
Per quanto riguarda l’opera svolta all’interno stesso della Chiesa, essa fu ugualmente grande e decisiva. Gregorio si dedicò alla riforma del clero: scrisse il Liber regulae pastoralis, «il grande testo programmatico per la vita sacerdotale e l’attività pastorale. Per tutto il Medioevo questo scritto costituì il fondamento basilare per la formazione dei sacerdoti», scrive il Franzen. Un’altra sua opera, Moralia in Job, divenne «il manuale fondamentale della teologia morale-ascetica per tutto il Medioevo». Nei Dialoghi descrisse le vite di molti santi, in particolare la vita del grande monaco d’Occidente Benedetto da Norcia, che Gregorio per primo descrisse come «padre del monachesimo occidentale». Autore anche di alcune Omelie su Ezechiele, Benedetto XVI ne evidenzia una bella espressione: «il predicatore deve intingere la sua penna nel sangue del suo cuore; potrà così arrivare anche all’orecchio del prossimo». Nella liturgia, riformò la celebrazione della messa e stabilì il canone nella forma che ancora oggi si conserva (Sacramentarium Gregorianum). Infine, si occupò della riforma del canto liturgico e fu il fondatore della schola cantorum romana.
«Papa Gregorio era rimasto semplice monaco nel suo cuore. Egli voleva essere - è questa la sua espressione - servus servorum Dei. Proprio perché fu questo, egli è grande e mostra anche a noi la misura della vera grandezza», osserva Benedetto XVI. Gregorio fu sepolto in San Pietro, con un epitaffio che lo proclama “Console di Dio”. Santo, la sua festa si celebra il 3 settembre, data della sua elezione al soglio pontificio.