Benedetto XVI a Edimburgo.

IL PAPA: «Se si esclude Dio l’uomo resta monco»

Benedetto XVI ha incontrato la Regina a Edimburgo. Pubblichiamo il racconto della visita del Santo Padre nel Regno Unito, apparso sul quotidiano Avvenire
Salvatore Mazza

Scambi di battute in un’atmosfera definita «familiare», se non «quasi natalizia». Un’accoglienza speciale, capace di coniugare protocollo e cordialità, ma soprattutto di dare un senso forte al reciproco riconoscimento dei meriti nella ricerca del bene comune, che ha fatto da sfondo ai discorsi ufficiali. E culminato nell’auspicio del Papa che il Regno Unito, nel suo «sforzo di essere una società moderna e multiculturale... possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più».
È stato il Palazzo di Holyrood House, a Edimburgo, la cornice del primo atto di questa visita nel Regno Unito di Benedetto XVI. Il momento più ufficiale dei quattro giorni che il Pontefice trascorrerà oltremanica. E nel quale, ricordando tra l’altro il contributo decisivo del Regno Unito alla sconfitta della «tirannia nazista, che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere», ha osservato come «mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società».
Per questo allora la Gran Bretagna, secondo il Papa, non deve lasciar «oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà». Per questo, ha aggiunto, «possa quel patrimonio cristiano, che ha sempre servito bene la nazione, plasmare costantemente l’esempio del Suo governo e del Suo popolo nei confronti dei due miliardi di membri del Commonwealth». Un esplicito riconoscimento del ruolo mondiale che il Regno Unito ancora gioca, in quanto «il governo e il popolo sono coloro che forgiano le idee che hanno tutt’oggi un impatto ben al di là delle Isole britanniche». Ciò, per Benedetto XVI, «impone loro un dovere particolare di agire con saggezza per il bene comune», dovere che anche i media devono sentire «poiché le loro opinioni raggiungono un così vasto uditorio», imponendo loro «una responsabilità più grave di altri».
Parole importanti, e "pesanti", quelle di Benedetto XVI, che Elisabetta II, vestita di grigio chiaro, aveva accolto affermando come «la sua presenza oggi ci ricorda la comune eredità cristiana e il contributo che i cristiani danno alla pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi del mondo». «Siamo tutti consapevoli – aveva poi scandito la Regina – dello speciale contributo della Chiesa cattolica romana, in particolare per quanto riguarda il suo ministero ai membri più poveri e deprivati della società, la sua cura per i senza-tetto e per l’educazione fornita dalla sua estesa rete di scuole».
C’è il tempo per lo scambio dei doni – al Papa la copia di alcune stampe del pittore tedesco Hans Holbein, alla Regina una copia di un manoscritto di un vangelo tedesco dell’VIII secolo – e per una domanda di Elisabetta II a proposito della Papamobile – «Non è piccola?» – prima che Benedetto XVI, sulle spalle lo scialle col tartan disegnato per l’occasione, si immerga al suono delle cornamuse nel bagno di folla che lo accompagnerà fino alla residenza del cardinale Keith O’ Brien. «Decine di migliaia di persone», assicura la Bbc, alle quali, giunto a St. Andrews, Papa Ratzinger si avvicina in un fuori programma che lo fa trattenere qualche minuto a stringere le mani ad alcuni bambini e ai malati in carrozzella.
Un bagno di folla che si ripeterà nel pomeriggio, nella messa celebrata a Glasgow. Oltre centomila persone, davanti alle quali il Pontefice torna a ripetere che «l’evangelizzazione della cultura è tanto più importante nella nostra epoca, in cui una "dittatura del relativismo" minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo». Quindi, in serata, il trasferimento a Londra, a chiudere una giornata che i commentatori britannici hanno definito «memorabile».
E le contestazioni annunciate? Come previsto, il centinaio (in tre gruppi) di contestatori è sparito nello scenario scozzese, ed è facile prevedere che anche nella capitale qualche fatica la faranno, per farsi notare. Di tutto quanto si attendeva restano le richieste di giustizia delle associazioni delle vittime degli abusi sessuali da parte di sacerdoti. Sull’aereo che lo portava a Edimburgo, a chi gli rivolgeva una domanda al riguardo, il Papa aveva confessato che «queste rivelazioni sono state per me uno choc, una grande tristezza. È difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia possibile».

Articolo tratto da www.avvenire.it