Il Papa e Enrico II in un affresco dell'Archivio vaticano.

BENEDETTO VIII Un uomo in lotta per il bene del popolo

Continua la serie sui pontefici della storia. Nella ventunesima puntata, la vicenda di un Papa che, anche grazie al sostegno dell'imperatore, riportò la fede al cuore della vita
Eugenio Russomanno

Cesare Baronio coniò l’espressione saeculum obscurum per caratterizzare il periodo che va dall’880 al 1046, dalla fine dell’impero carolingio all’inizio della riforma gregoriana. Tra i 48 Papi di quest’epoca, però, ci furono anche esempi luminosi. È il caso di Benedetto VIII.
Teofilatto, della famiglia dei conti di Tuscolo, salì al soglio pontificio il 17 maggio 1012 e prese il nome di Benedetto. Il fatto forse più interessante del suo pontificato è la stretta collaborazione con l’imperatore Enrico II (1002-1024), per il bene comune civile e religioso di tutto il popolo. Scrive lo storico August Franzen: «La simbiosi tra la Chiesa e lo Stato aveva creato in Germania una fusione intima fra la religione e la politica, e tutta la vita si era impregnata di religiosità. Da questa alta temperie spirituale era nata un’unitaria cultura politico-religiosa, di imponente grandiosità ed equilibrio».
Un notevole successo di Benedetto fu proprio l’aver ristabilito buone relazioni con la casa reale germanica: egli si rendeva conto di quanto fosse importante la cooperazione fra il papato e la corona germanica. Così, nel febbraio del 1014 Enrico II venne incoronato imperatore in san Pietro: prima dell’incoronazione, aveva giurato di essere fedele protettore della Chiesa. Nel Sinodo che seguì all’incoronazione, Benedetto accolse la richiesta di Enrico che il simbolo di fede venisse cantato durante la messa secondo l’uso nordico. Il Papa e l’imperatore, poi, a Ravenna tennero un sinodo riformatore che stabilì le età minime per poter ricevere gli ordini sacri, ed emanò leggi contro la simonia. Successivamente, sempre di comune accordo, il Papa e l’imperatore avrebbero promulgato canoni che proibivano il matrimonio e il concubinaggio a tutti i chierici, assegnando ai figli di tali unioni il rango di servi della gleba.
Scrive John Kelly nel Grande dizionario illustrato dei Papi: «Efficiente amministratore e pronto alla battaglia, paragonabile in tutto a un barone feudale, Benedetto impiegò buona parte dei successivi sei anni in campagne che avevano lo scopo di fare di Roma il centro politico dell’Italia».
Rispondendo positivamente alle richieste di Enrico per una visita papale in Germania, Benedetto nella pasqua del 1020 incontrò a Bamberga - nelle intenzioni di Enrico II questa diocesi doveva costituire un vescovato di missione e al tempo stesso il centro del potere imperiale - l’imperatore: questi consegnò a Benedetto un privilegio imperiale che riproduceva quello Ottoniano concesso nel 962 da Ottone I. Scrive Kelly: «Uomo d’azione e abile politico piuttosto che dedito a questioni religiose, Benedetto riuscì a prendere in mano la situazione, come osservò un suo contemporaneo, più dei suoi immediati predecessori».