Callisto II riceve omaggio da Luigi VI di Francia.

CALLISTO II L'imperatore, Worms e la fine di una «lunga lotta»

Per la serie su alcuni tra i più significativi pontefici della storia, il Papa che chiuse i contrasti con l'impero. «Un negoziatore abile e paziente», che puntò sempre all'«amore della pace»
Eugenio Russomanno

«Da secoli sulla cattedra di san Pietro aveva seduto papa alcuno che fosse e sentisse di essere così avventurato come Callisto: e merito ne aveva la sua prudenza del pari che la sua energia. La Città obbedì riverente all’autore della pace; si acquietarono le lotte dei partiti e, finché egli visse, per le rovine di Roma non suonarono più grida di battaglia. In questo bel periodo di pace, il pontefice poté perfino pensare al bene della Città». Così lo storico tedesco Gregorovius tesse l’elogio di Callisto II.
Guido, di nobilissime origini e parentele, nel 1088 arcivescovo di Vienne (Francia), fu incoronato papa il 9 febbraio 1119 con il nome di Callisto II. Sia papa Callisto che l’imperatore Enrico V (1106-1125) erano pronti a giungere ad un accordo fra Chiesa e Stato sulla questione delle investiture: i tempi erano ormai maturi per la ripresa dei negoziati e per giungere ad un compromesso. Il 23 settembre 1122 si giunse infatti al celebre concordato di Worms.
Si cercò di risolvere il problema delle investiture con una duplice investitura: al re sarebbe spettata l’investitura temporale, al Papa l’investitura spirituale. Il sovrano concedeva l’investitura temporale con la trasmissione di beni e diritti secolari (le cosiddette regalie, di natura temporale), simboleggiata dalla consegna dello scettro. Il Papa e la Chiesa potevano esercitare la libera consacrazione: l’investitura spirituale con il diritto di elezione canonico, che restò di pura competenza del clero. Il concordato precisava inoltre che al re era data la possibilità di conferire l’investitura temporale solo dopo l’elezione canonica e l’investitura spirituale, con l’anello e il pastorale.
Enrico rinunciò a nome suo e dei suoi successori all’investitura di vescovi e abati con anello e pastorale e garantì alla Chiesa elezioni canoniche e libere consacrazioni. Callisto concesse al re o imperatore di essere presente alle elezioni dei principi della Chiesa per le sedi che si trovavano all’interno del regno e di investirli delle regalie.
Il concordato di Worms pose fine a quella lunga «lotta per le investiture» che aveva avuto nel re tedesco Enrico IV (1056-1106) e in papa Gregorio VII (1073-1085) i due grandi protagonisti. «Callisto aveva assicurato la libertà della Chiesa nella questione centrale dell’investitura», scrive lo storico John Kelly.
Callisto fu così contento del compromesso di Worms che ne fece affrescare le sale del palazzo del Laterano. Nel marzo del 1123 proprio il Laterano fu protagonista di un grande concilio ecumenico (il primo concilio Lateranense) che ratificò solennemente il concordato: il Papa, infaticabile ma misurato propugnatore della riforma, prevalse sulle obiezioni dei gregoriani intransigenti argomentando che le concessioni fatte dovevano venir tollerate per amore della pace, non accettate come principio.
L’Archivum Secretum Apostolicum Vaticanum conserva una pergamena al caso nostro. Infatti, il concordato raggiunto fra le due massime autorità della Chiesa e dell’Impero trovava esplicita e circostanziata sanzione dai due documenti che si scambiarono, in quella circostanza, Callisto II ed Enrico V: l’imperatore consegnava al Papa il documento attestante il patto raggiunto e la stessa cosa faceva il pontefice nei riguardi dell’imperatore. Sfortunatamente è andato perduto il documento consegnato ad Enrico V da papa Callisto II, mentre è conservato all’Archivio Vaticano quello che l’imperatore scambiò con il pontefice, detto anche Privilegium Calixtinum.
Concludo con le parole di Giovanni Paolo II ai partecipanti ad un pellegrinaggio promosso dalla Association Calixte II di Besançon: «Il vecchio arcivescovo di Vienne sul Rodano fu un negoziatore abile e paziente. In un periodo di profonde dispute tra pastori e sovrani, Callisto II fece tutto il possibile per ottenere delle garanzie di indipendenza a favore della Chiesa. Il Concordato di Worms ne fu il risultato decisivo, che in molti altri settori riuscì a ristabilire la pace. Per dare ancora maggior peso ai provvedimenti già presi, Callisto II convocò il primo Concilio Lateranense. Si adoperò quindi per unire i suoi fratelli nell’episcopato per la tutela dei diritti della Chiesa e, d’altro canto, per delle riforme disciplinari che si presentavano allora necessarie».