«Chiamati a testimoniare la bellezza della fede»

In un'intervista a "Radio Vaticana", don Julián Carrón parla del suo incontro con il Santo Padre sulla nuova evangelizzazione

Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza, al Palazzo Apostolico, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. L’udienza è avvenuta alla vigilia dell’incontro in Vaticano sul tema «Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione». L’evento di due giorni culminerà nella messa presieduta dal Papa, domenica alle 9.30 in San Pietro. Sull’incontro di stamani e la sfida della nuova evangelizzazione Alessandro Gisotti ha intervistato proprio don Julián Carrón: «La prima cosa che mi viene da esprimere è tutta la gratitudine e la commozione per questa possibilità che il Santo Padre mi ha donato di poter stare con lui in questo incontro, perché è stata la possibilità di potergli raccontare come - in questo momento di travaglio in cui ci troviamo per la situazione sociale, culturale e economica - stiamo vedendo che quando uno verifica la fede nella propria circostanza di vita, questo fa fiorire un tipo di persona che a noi lascia senza parole. Poter condividere con lui il vivere la fede, come lui ce la testimonia, è stata una vera consolazione»

Quanto è importante questo incontro? Quanto è importante la sfida, lanciata dal Papa, della nuova evangelizzazione?
«È una sfida storica, perché è la sfida che il cristianesimo moderno ha davanti alla situazione storica in cui siamo chiamati a vivere la fede. Noi siamo chiamati a testimoniare la fede, la bellezza della fede in mezzo a una situazione in cui tanti pensano di sapere che cosa è il cristianesimo e hanno già deciso che non è interessante per la vita. La vera sfida della nuova evangelizzazione è mostrare come questo non è per niente così. E non perché rimproveriamo gli altri di non capire, ma perché dobbiamo trovare noi la modalità di fare risplendere la bellezza della fede nella vita quotidiana».

Fondamentale per la nuova evangelizzazione è il rapporto tra Vangelo e cultura. Questo è un tema molto caro a don Giussani.
«Certo, come era molto caro a Giovanni Paolo II. Una cosa che ci segnerà per il resto della vita è che una fede che non diventa cultura non è una fede veramente accolta e matura. La grande sfida che il cristianesimo moderno ha davanti - per usare una espressione che aveva usato tanti anni fa l’allora cardinale Ratzinger - è superare questa frattura tra il sapere e il credere. Questa, secondo me, è la grande sfida che abbiamo tutti davanti».
(da Radio Vaticana, 14 ottobre 2011)