«Perché il Papa viene da noi?»

Venerdì il Papa arriverà in Messico. Qui il volantino della comunità di Cl sul significato e l'attesa di questa visita. Che proseguirà a Cuba. Pubblichiamo anche le parole di Giovanni Paolo II nel 1998 e la lettera di don Giussani in quell'occasione

Una domanda è lo strumento adeguato per aprire la ragione. Così fecero Giovanni e Andrea quando incontrarono Gesù: «Maestro, dove abiti?». Ed Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Non gli offrì una spiegazione, ma un invito ad andare con Lui, perché ciò che soddisfa la nostra inquietudine non è una teoria, ma un’esperienza di pienezza. Per questo, di fronte alla visita di Benedetto XVI nel nostro Paese, desideriamo iniziare facendoci questa domanda, che è aperta ad una presenza.

Perché il Papa viene in Messico? Lui stesso ha risposto quando ha annunciato il viaggio, affermando che viene per «proclamare la Parola di Cristo e perché si rafforzi (in te e in me) la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare, con una fede forte, una speranza viva e una carità ardente».

Pertanto, Benedetto XVI ci ricorda fin d'ora che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona» (Deus Caritas est); e quale miglior momento per farlo se non questi tempi, in cui nel lavoro di costruzione della pace abbiamo necessità della sua compagnia che ci sostenga e ci confermi nella fede, perché non ci si perda d’animo in una situazione in cui è difficile mantenere viva la speranza!

Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, in una recente intervista al quotidiano italiano Avvenire, ha detto che Benedetto XVI è un gigante, che ci testimonia la certezza che nasce dalla fede in un mondo sempre più confuso, e che «continua a sfidare tutti mostrando come la fede può dare un contributo decisivo per affrontare le sfide che abbiamo davanti… Nella misura in cui il popolo cristiano si muove nel solco della sua testimonianza, il mondo vedrà fiorire persone capaci di partecipare alla costruzione del bene comune a partire dalla certezza che Cristo salva l’uomo».

Così il Papa verrà tra noi per esortarci affinché «l’intelligenza della fede diventi intelligenza della realtà» (Benedetto XVI), rompendo il cerchio del positivismo dominante che pretende di ridurre la realtà a ciò che siamo in grado di misurare e prevedere. Solo una ragione aperta e ampia - che scopra nella realtà i segni del trascendente, misterioso e pieno - ci aiuterà ad affrontare con serietà ed efficacia le sfide urgenti che ci pone la situazione del nostro Paese, come la violenza che ci scandalizza, il grave problema educativo che soffriamo, la profonda e diffusa ingiustizia con cui conviviamo quotidianamente, e la perdita del rispetto della vita umana in tutte le sue espressioni e manifestazioni.

Il Papa viene, infine, ad accompagnarci e quindi ad aiutarci nell’avventura affascinante di costruire uomini migliori, un popolo migliore e una Chiesa migliore.

Comunione e Liberazione Messico