Il santuario della Madonna di Caravaggio (Bg).

Dalla Madonna, pieno di gente che spera

La domenica delle Palme nel Santuario di Caravaggio. Molti filippini, famiglie numerose, gente di tutte le età. Anziani e giovani. Sono fedeli qualsiasi venuti alla messa. Un popolo vivo. Siamo davvero senza futuro?
Maurizio Caverzan

Il futuro sono questi bambini, tanti. Neonati col ciuccio in bocca, bimbi in carrozzella, o appena più grandi. Non disturbano. Uno dorme abbracciato al papà, costretto a star seduto per tutta la celebrazione. Domenica delle Palme, santuario di Caravaggio. Prima dell’inizio, si fa fatica a trovare da sedersi tanto è piena la chiesa. Molti filippini, famiglie numerose, gente di tutte le età, schietta, senza pose. Giovani e anziani. Un popolo vivo. Una moltitudine di storie. Niente gruppi organizzati. Fedeli qualsiasi venuti alla messa. Per confessarsi bisogna mettersi in coda. Una coppia con due candele si avvicina alla statua della Madonna, sul retro dell’altare. Un ragazzo indossa una t-shirt stampata della Fraternità San Carlo. Spinge la carrozzella di un handicappato con la schiena torta. Dietro di lui ne arriva un altro, in silenzio. Un sacerdote fa intonare all’assemblea i canti scelti per la liturgia. Osanna al figlio di David, osanna al Redentor.

Venire a messa a Caravaggio è un’esperienza confortante, che trasmette un senso di speranza. A mezz’ora da Milano, banchi vuoti, partecipazione di routine, sembra un’altra chiesa, un altro mondo. Ricordo un'espressione di Susanna Tamaro: nelle nostre chiese si vedono solo teste grigie. Ripenso a un’espressione ricorrente nelle cronache di questi anni: siamo senza futuro, ci hanno rubato il futuro. E pensando ai nostri figli effettivamente c’è da essere preoccupati. Qui è pieno di bambini, di mamme e papà che confidano nel domani. Anche se non è detto che tutti questi bambini, una volta cresciuti, abbracceranno l’educazione ricevuta, un po’ di speranza ti viene. In questi giorni mi è stato raccontato di un ragazzo che, appena compiuti i diciotto anni, ha deciso di sbattezzarsi e non accetta di dialogare. Come si fa a non essere turbati.

Inizia la lettura della Passione e il prete dice che la si può ascoltare stando seduti. Pietro rinnega Gesù e rompe in pianto. Gesù si rivolge al Padre: «Dio mio perché mi hai abbandonato?». Il centurione si ricrede. Il corpo del Nazareno viene deposto nel sepolcro. Il prete risparmia l’omelìa. Volti orientali recitano compunti il Credo. Per distribuire la comunione i preti si spargono nella basilica. La ricevono anche i due handicappati. Il bambino che dormiva addosso al papà si è svegliato. E adesso fissa stupito il volto di quello strano tipo sulla carrozzella. Arriva la benedizione, si sciama verso casa.