Don Massimo Camisasca.

«Vengo per confermare la fede dei miei fratelli»

Don Massimo Camiscasca, 65 anni, superiore generale della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo, è il nuovo vescovo della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla. Ecco la lettera ai suoi nuovi fedeli

Cari fratelli e cari amici,
in queste due parole, fraternità e amicizia, sta racchiuso il senso profondo del mio venire tra voi come vescovo della Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla, mandato dal Santo Padre Benedetto XVI.
Innanzitutto mi ha mandato ai fratelli, cioè ai battezzati, per servire la loro fede. Questa è la ragione fondamentale del mio episcopato: annunciare che Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, che ha subìto per amore nostro la Passione e la Croce, è risorto e perciò è vivo, e agisce nella storia degli uomini con la forza attrattiva della sua divina umanità attraverso il suo Corpo nella storia, che è il popolo cristiano, la sua Chiesa.
Vengo innanzitutto per confermare la fede dei miei fratelli: attraverso la predicazione, la celebrazione dei sacramenti, la vita della carità. Saluto perciò con grande affetto e stima ogni fedele che vive nella nostra diocesi. Spero di incontrare presto molti di voi. Attraverso la vostra vita e le vostre professioni siete i testimoni di Cristo nel mondo.
Parte privilegiata di questo popolo sono i sacerdoti, i primi collaboratori del ministero del vescovo. A loro voglio dedicare le mie attenzioni e le mie cure più profonde. Li saluto a uno a uno, in modo particolare il vescovo ausiliare, il Capitolo della cattedrale, il Collegio dei consultori, i membri della Curia diocesana, i parroci, i sacerdoti missionari e tutti coloro che spero di conoscere presto uno per uno. In particolare prego già fin d’ora per i sacerdoti anziani, per quelli malati, per coloro che si sentono particolarmente soli. Saluto i diaconi permanenti, i seminaristi e tutti i collaboratori dei sacerdoti nelle parrocchie e nelle varie comunità della diocesi.
Una stima profonda mi lega a tutte le forme associative nella Chiesa. Il mio pensiero va alle Confraternite, all’Azione Cattolica, ai movimenti, alle nuove comunità e a tutte le realtà che rendono visibile la comunione nelle diverse località e situazioni di vita della nostra Chiesa.
So che nella nostra diocesi vivono per grazia di Dio molte comunità religiose. La vita religiosa è un segno privilegiato dell’umanità rinnovata. Mi affido fin d’ora alla loro preghiera ed esprimo la mia vicinanza a tutti coloro che nella dedizione a Dio attraverso i consigli evangelici sono luce per i nostri tempi.
Saluto inoltre tutte le autorità civili, politiche e militari alle quali, fin d’ora, esprimo la mia disponibilità ad una collaborazione proficua per la costruzione di una società più giusta e buona.

Vengo come amico. Vengo per ogni uomo e per ogni donna. Nel più assoluto rispetto della libertà di coscienza di ciascuno, umilmente e fermamente desidero essere il tramite dell’annuncio e della proposta di Gesù: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6), chi mi segue avrà il centuplo quaggiù e la vita eterna (cfr. Mt 19,29). Penso ai giovani in cerca di un senso definitivo e forte per la loro esistenza. Alle famiglie. Ma anche a coloro che per le più svariate ragioni vivono soli. Penso agli anziani. A coloro che esprimono nel lavoro la loro passione e la loro arte. A coloro che cercano il lavoro o l’hanno perduto. Penso ai malati, ai poveri, ai carcerati. Vorrei che a tutti arrivasse il mio incoraggiamento e la benedizione di Dio. Soprattutto a coloro che sono provati a causa del recente terremoto, ai quali voglio essere vicino con particolare affetto.
Saluto con rispetto e affetto i fratelli nella fede cristiana che non appartengono alla Chiesa Cattolica, tutti i credenti nell’unico Dio e anche coloro che non professano nessuna fede e non si riconoscono in nessuna religione. Di tutti mi sento compagno di viaggio e a tutti vorrei poter offrire ciò che mi è stato donato e ricevere a mia volta i
loro doni spirituali.
La mia celebrazione eucaristica e la preghiera di ogni giorno portano già in sé questi volti non ancora conosciuti e queste speranze per la vita che ci attende.

Il mio ministero si inserisce in una lunga tradizione, ricca di storia, di frutti di fede, carità, civiltà, arte. Da san Prospero al mio predecessore, il vescovo monsignor Adriano Caprioli, che qui voglio salutare con particolare deferenza assieme al vescovo emerito monsignor Giovanni Paolo Gibertini, la Chiesa ha sempre rappresentato nella terra emiliana che ora è anche la mia terra, un punto di riferimento e di luce per tante persone. Anche attraverso il sacrificio di alcuni suoi figli. Penso ai santi e ai martiri, che con la loro vita e il loro sangue hanno reso feconda e luminosa testimonianza a Cristo,
luce del mondo. In particolare il mio pensiero va a coloro di cui si sta celebrando il processo di beatificazione, i servi di Dio don Giuseppe Dino Torreggiani e don Alfonso Ugolini, e non ultimo, a Rolando Rivi, che tutti presto auspichiamo di poter venerare sugli altari.
Al Beato cardinal Ferrari, che ha unito nella sua vita la mia terra milanese alla nostra, nei mesi trascorsi come vescovo di Guastalla, affido fin d’ora le primizie del mio ministero episcopale.
I nostri patroni, san Prospero, san Francesco d’Assisi, i santi martiri Crisanto e Daria e la Madre di Dio, a cui è intitolato il nostro Duomo, ottengano a me e a tutti noi ogni grazia desiderata dal Cielo.

Tutti benedico nel Signore Gesù.

+ Massimo Camisasca
Vescovo eletto di Reggio Emilia – Guastalla



Roma, 29 settembre 2012
Festa dei SS. Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli