Il cardinale Bagnasco all'apertura del Conclave.

Bagnasco: «Francesco? Un pastore che parla al cuore dell’uomo»

«La sua pre­senza è già un messaggio. La gente ha perce­pito il valore della perso­na prima ancora che parlasse. È il testimone che comunica...». Il Presidente della Cei racconta le prime impressioni sul nuovo Pontificato (17 marzo)
Francesco Ognibene

Dal Concistoro al Conclave, dalla declaratio con la quale Papa Benedetto l’11 febbraio rinunciava all’esercizio del ministero pe­trino al «nuntio vobis» del 13 marzo che ha an­nunciato l’elezione di Papa Francesco. In un me­se la Chiesa ha scritto una pagina imprevedibile della sua storia. Tra i protagonisti di entrambi gli eventi, e di quanto si è dipanato nelle settimane tra l’uno e l’altro, il cardinale Angelo Bagnasco raccoglie ora i primi pensieri. E appena rientrato a Genova, in attesa di tornare a Roma per la Mes­sa d’inizio pontificato, li condivide con noi.

Eminenza, come considera l’elezione di Bergo­glio come nuovo Papa?
È una grazia di Dio per la Chiesa e per il mondo in quanto il Papa per i credenti è il successore di Pietro, il Vicario di Cristo, e per il mondo intero è sentito come un grande punto di riferimento spirituale e morale. C’era una grandissima attesa ovunque, a cominciare ovviamente dalla Chiesa. E a questa attesa il Signore ha risposto tramite i cardinali elettori, in tempi rapidissimi. Il che in­dica ancora una volta che quando i nostri cuori sono docili all’azione dello Spirito si arriva pre­sto a cogliere la volontà di Dio.

Cos’ha pensato davanti alle prime parole e ai primi gesti di Papa Francesco?
Alla grande forza della semplicità, che nasce non da un calcolo umano ma dalla fede in Cristo e dal­l’esempio cui si riferisce il Santo Padre assumen­do il nome di Francesco.

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