La beatificazione di don Puglisi.

Un uomo indomabile nel suo amore a Cristo

Ucciso dalla mafia nel 1993, il sacerdote siciliano è stato beatificato il 25 maggio. Alla cerimonia quasi 100mila persone. Tutte colpite da quello che è successo. Ecco una lettera da chi era lì presente

Cosa sta succedendo? Chi lo sta facendo accadere? Ma soprattutto, cosa c’entra con me? Queste sono le domande che sabato, 25 maggio, durante la beatificazione di don Giuseppe Puglisi, detto 3P (Padre Pino Puglisi), ucciso dalla mafia nel settembre 1993, non riuscivo a togliermi dalla mente. Può una persona morta, uccisa 20 anni fa, radunare un tale numero di persone (circa 100 mila persone) arrivate da tutta la Sicilia, ma anche dall’Italia e dall’estero e di 46 tra Vescovi e Cardinali?

Alcuni fatti mi hanno costretto a rispondere di no. Solo una persona viva può fare questo e don Pino Puglisi è vivo, misteriosamente, ma in modo operativamente concreto. Non mi dilungo in dettagli, ma fatti come il ritrovamento, proprio questo anno del progetto voluto da don Pino per la costruzione di una chiesa parrocchiale che rispondesse alle esigenze del quartiere, e l’assegnazione alla Diocesi, lo scorso maggio, di un terreno confiscato alla mafia, già individuato da don Pino, permettono al suo progetto di procedere.

O ancora, la consegna al Vescovo Ausiliare, il giorno prima della beatificazione, da parte di una persona di un sacchetto di carta, contenente gli indumenti indossati da don Pino al momento dell’uccisione: maglietta, pantaloni, calzini, scarpe e cintura, conservati per vent’anni così come sono stati tolti alla vittima, ancora sporchi di sangue.

Ma io, che sono nata e cresciuta molto lontano da Palermo e che di questo sacerdote mi ricordo solo la notizia data al telegiornale al momento della sua uccisione, cosa c’entro? Anche questo è misterioso, ma si è creato un legame molto forte con quest’uomo umile, semplice, ma indomabile nel suo amore a Cristo, che non posso non pensare a lui come a una persona da seguire, da imitare, ed ora, dopo il riconoscimento del suo martirio, da invocare perché possa, attraverso la sua intercessione, giungere anche io alla santità.

Marina, Palermo