Suor Rosemary Nyirumbe.

Cucire la speranza con Rosemary

"Eroe dell'anno" per la CNN e tra le 100 persone più influenti del mondo per il "Time". La suora ugandese è in Italia per la prima volta per presentare il suo libro-testimonianza: «Sono fedele ai piccoli gesti»
Letizia Bardazzi

Una suora ugandese famosa in America, nominata eroe dell’anno dalla CNN e inserita da Time Magazine tra le 100 personalità più influenti del mondo. È in Italia per la prima volta a presentare il suo libro-testimonianza: Rosemary Nyirumbe. Cucire la speranza. La donna che ridà dignità alle bambine soldato, edito da Emi.

Una vita dedicata ad accogliere e ridare dignità a migliaia di anime martoriate, mutilate e picchiate, costrette ad uccidere i propri familiari, perché sequestrate e addestrate dai guerriglieri ugandesi del Lord Resistence Army (Lra), il progetto del tiranno Joseph Kony, che ha diffuso il terrore in Uganda dalla fine degli anni Ottanta ai primi anni 2000.

Una storia semplice quella della suora africana, una chiamata nella chiamata che la porta a dirigere una scuola a Gulu, epicentro delle violenze dell’Lra. Lì insegna un mestiere a migliaia di ragazze brutalizzate riconsegnandole alla vita normale.

«Ho chiesto a Dio più volte perché l’uomo sia capace di tanto male, del male che ho visto in queste ragazze: nelle loro facce deformate dalle botte e nelle mutilazioni del loro corpo. Ma ho capito che questa non era la domanda da fare: dovevo portare il mio contributo in modo semplice, aiutarle nelle piccole cose a ricominciare dal punto in cui erano, dal presente».

Una suora sarta, cuoca, ostetrica, infermiera, insegnante che ridà speranza e «ricuce» i cuori di queste ragazze, incoraggiandole e introducendole al lavoro e aiutandole ad arrivare all’indipendenza economica. Un lavoro lungo e paziente, un cammino di amicizia e di compassione che porta queste ragazze ad aprirsi, a pentirsi e a domare il desiderio di vendetta per il male subito. Così abbandonano la propria esistenza nelle mani di questa suora molto pratica ed esigente. Sì, perché, dice suor Nyirumbe, ogni cosa va fatta bene e con cura.

«La fede è meglio praticarla che predicarla», ha spiegato suor Rosemary a Torino il 13 settembre, durante un incontro all’Arsenale della pace del Sermig, la realtà nata dall’intuizione di Ernesto Olivero per vivere con i giovani la solidarietà verso i più poveri cercando le vie della pace. «Io impiego la mia energia e sono fedele ai piccoli gesti nello spazio dove Dio mi ha messo, non sono preoccupata di fare cose grandi: faccio le solite cose tutti i giorni, con devozione. Insegno a cucire, a cucinare, dialogo, cammino con queste ragazze».

La gioia più grande di suor Rosemary è nel vedere la trasformazione «from trash to treasure»: da una vita persa e rovinata, alla fioritura di un nuovo tesoro, di una vita che torna a sperare e a camminare. È la stessa dinamica di cui è immagine una recente invenzione di suor Rosemary e delle sue ragazze: una borsa di lusso confezionata con il riciclo delle linguette delle lattine, cucite con cotoni di ogni tipo vendute in tutto il mondo per sostenere la Scuola di Santa Monica a Gulu.

Il programma degli incontri in italia: www.centriculturali.org