Milano. "Gesti e parole" di Bergoglio in Sant'Ambrogio
Il chiostro della Basilica ospita la mostra del Meeting di Rimini su Francesco, nei giorni della festa del santo patrono. Un'iniziativa per dar seguito alle parole dell'arcivescovo Mario Delpini: «Milano vuol bene al Papa»La mostra dedicata a papa Francesco “Gesti e parole” del Meeting di Rimini 2018 approda a Milano in un luogo speciale, culla dell’identità cittadina, l’antico quadriportico di Sant’Ambrogio. È possibile visitare la rassegna fino al 16 dicembre, proprio nei giorni della festività del santo patrono dei milanesi. La formazione di Jorge Mario Bergoglio si apre attraverso il racconto della sua vita a Buenos Aires fino all’elezione al soglio pontificio a Roma nel 2013. I curatori Alejandro Bonet, Horacio Morel e Débora Ramos hanno saputo ripercorrere i momenti più significativi della vita del futuro Papa mettendosi in ascolto.
La storia dell’uomo Bergoglio si legge in sette piccole absidi, dove su quaranta pannelli si intrecciano fotografie e testimonianze delle tappe più importanti della formazione di papa Francesco. La vita del Pontefice è costellata di tanti incontri, da Gaston Fessard, a Romano Guardini, al filosofo Alberto Methol Ferré fino a Von Balthasar. La poliedrica personalità di Bergoglio, argentino e gesuita, ha ravvivato come vescovo di Buenos Aires non solo l’Argentina ma tutto il Sud America, attraverso il Documento di Aparecida del 2007. Parte importante del percorso sono gli anni dei conflitti dell’Argentina di Perón, momenti difficili che vedono Bergoglio impegnato nel proteggere i più deboli, quelli che lui stesso definisce gli “scartati”.
Il giovane gesuita, ordinato sacerdote il 13 dicembre del 1969, non va dietro ai movimenti terzomondisti che inneggiavano alla lotta armata e accompagna costantemente un gruppo di universitari; uno di loro, Julio Bárbaro, divenuto poi deputato nazionale, racconta: «Lui mantenne sempre forte la sua fede e a partire da quella cercò di arricchire la politica. Diceva che a contare non era l’ideologia, ma la testimonianza».
Nella formazione del pensiero del Papa di grande rilevanza è la lettura dei testi di don Giussani, dei quali afferma: «Da molti anni gli scritti di monsignor Giussani hanno ispirato la mia riflessione, mi hanno aiutato a pregare (…). Mi hanno insegnato a essere un cristiano migliore. Il senso religioso (…) è un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità». Nella mostra significativo è lo spazio dedicato alla vicinanza del Pontefice ai poveri, un filo rosso che lo accompagna da Buenos Aires a Roma, tanto da istituire la Giornata Mondiale dei poveri: «La povertà è innanzitutto seguire Gesù povero. Povertà significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di creatura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipotenza, che illude di essere immortali».
Durante il pontificale dell’8 settembre, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, aveva ribadito che «la Chiesa di Milano vuole bene a papa Francesco». Provocato da queste parole, Francesco Migliarese, presidente dell’Associazione Milano per Giovanni Paolo II, si è fatto promotore dell’iniziativa con monsignor Carlo Faccendini, abate della Basilica di Sant’Ambrogio. «Non è soltanto un’esperienza culturale, vedere un uomo come Bergoglio che ha superato moltissime difficoltà nella sua vita non lascia indifferenti, può infonderci più coraggio», dice Migliarese invitando a visitare la mostra: «Conoscere la storia del Papa significa lavorare per l’unità della Chiesa». La mostra è un’occasione imperdibile per conoscere da vicino Bergoglio.
Ingresso libero tutti i giorni fino al 16 dicembre, negli orari di apertura della Basilica di Sant'Ambrogio (7.30-12.30; 14.30-19.15).
Info: www.milanopergiovannipaolo.it/mostra2018