Monsignor Georg Bätzing, presidente della Dbk, la Conferenza episcopale tedesca (Foto Arne Dedert/dpa/Ansa)

La Chiesa tedesca e l’errore di «rincorrere il mondo»

In un'intervista su "Tempi", monsignor Massimo Camisasca ripercorre l’evolversi delle vicende legate alle decisioni assunte dal Sinodo dei Vescovi in Germania
Pietro Piccinini

Molti di noi stanno seguendo con preoccupazione l’evolversi delle vicende legate alle decisioni assunte dal Sinodo dei Vescovi in Germania. L’intervista rilasciata da monsignor Massimo Camisasca a Tempi e pubblicata oggi ci pare un utilissimo contributo a un chiarimento del giudizio su questi eventi.

L’annunciato strappo della Chiesa tedesca alla fine è arrivato: venerdì scorso l’Assemblea del Cammino sinodale in corso da mesi in Germania ha votato a stragrande maggioranza a favore delle celebrazioni per la benedizione delle coppie dello stesso sesso, chiedendo anche la messa in discussione del celibato sacerdotale. I giornali lo hanno definito «un guanto di sfida storico al Vaticano», e del resto lo stesso papa Francesco, da parte sua, finora non ha risparmiato richiami anche molto netti rispetto al metodo scelto dai vescovi e dai laici tedeschi che da oltre un anno discutono di come andrebbe riformata la Chiesa. L’ultimo poche settimane fa, quando il Pontefice ha definito il Sinodo di Germania «elitario», «non serio» e a rischio ideologia. Non condivide merito e metodo della “Synodaler Weg” nemmeno monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia, teologo, fondatore e a lungo superiore generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo...

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