Francesco, il Medio Oriente e il futuro del mondo
Per la prima volta, la voce del Papa su una testata giornalistica degli Emirati, un'intervista rilasciata al direttore di "al-Ittihād". Il sito della Fondazione Oasis ne ha pubblicato la traduzionePer cominciare vorremmo rassicurarci delle Sue condizioni di salute dopo l’operazione chirurgica.
È stata un’operazione difficile, ma ora grazie a Dio sto meglio, per merito del lavoro e della professionalità dei medici e dell’equipe di infermieri, che ringrazio molto. Prego per loro, per le loro famiglie e per tutte le persone che mi hanno scritto e hanno pregato per me in questi giorni. Penso anche a tutti gli ammalati e auguro loro una pronta guarigione e di trovare, nell’oscurità della malattia, la forza per scoprire il senso della vita, la luce della fede e la gioia della speranza.
Santità, Lei ha descritto gli Emirati come una culla di diversità e una terra di tolleranza e ha descritto la storica visita da Lei compiuta nel 2019 come una «pagina nuova» nella storia delle relazioni interreligiose. Le chiedo allora: in che modo vede il ruolo degli Emirati e quello di Sua Altezza lo Shaykh Muhammad bin Zayed Al Nahyan, presidente dello Stato – che Dio lo protegga – in qualità di partner fondamentale nel sostenere gli sforzi di pace e tolleranza?
Ricordo con grande gioia e gratitudine il mio viaggio del 2019 negli Emirati Arabi Uniti e la calda accoglienza che ho ricevuto… Sono rimasto assai colpito dal generoso affetto che mi ha riservato il Suo nobile Paese. Come ho detto nel mio discorso ad Abu Dhabi, è stato magnifico e molto incoraggiante osservare che nel vostro Paese «non s’investe soltanto nell’estrazione delle risorse del sottosuolo, ma anche nell’estrazione delle risorse del cuore, cioè nell’educazione dei giovani». Stimo molto l’impegno continuo degli Emirati Arabi Uniti e di Sua Altezza lo Shaykh Muhammad bin Zayed Al Nahyan nel costruire il futuro e plasmare un’identità aperta, capace di prevalere sulla tentazione di chiudersi in sé stessi e irrigidirsi. Il fatto è che la grandezza di qualsiasi Paese non si misura soltanto nella sua ricchezza, ma prima di tutto per il contributo concreto nel diffondere e difendere la pace, la fratellanza e la convivenza e per il sostegno [che offre] agli sforzi internazionali per la pace e la tolleranza, perché investire nella cultura riduce l’odio e contribuisce a far crescere e fiorire la civiltà...
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*direttore di al-Ittihād